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Gli americani vogliono tornare a La Maddalena. No di Legambiente

di luiss_smorgana |5 Aprile 2011 15:09

CAGLIARI – Gli americani vogliono tornare a La Maddalena, dove hanno tenuto una base militare per più di 35 anni, dal 1972 al 2008. Come riporta il quotidiano La Nuova Sardegna, ci sarebbero gia’ stati nell’arcipelago maddalenino sopralluoghi di ufficiali statunitensi in vista di un clamoroso ritorno, stavolta non con i sottomarini ma con delle navi appoggio in vista della riapertura di un distaccamento navale della Nato. Unita’ per il supporto logistico e il pronto intervento – scrive La Nuova Sardegna – da tenere all’ancora sull’isola di Santo Stefano. Non si esclude che gli ufficiali Nato possano venire accolti nell’ex ospedale militare, trasformato in hotel a 5 stelle in vista del G8 poi trasferito a L’Aquila e mai aperto.

Tempi previsti per il via al piano: fine estate, probabilmente settembre. La base appoggio per sottomarini a propulsione e armamento nucleare della Marina militare statunitense aveva chiuso nel febbraio del 2008, non senza polemiche, tra chi, a La Maddalena, era favorevole o contrario all’addio degli americani. In tanti hanno perso il posto di lavoro e speravano in una riconversione turistica dell’isola che, dopo il mancato G8 del 2009, ha ospitato l’estate scorso la tappa italiana del Louis Vuitton Trophy di vela ma non tutte le strutture costruite per il G8 sono state utilizzate, come l’hotel di lusso costruito al posto del vecchio ospedale militare, ancora chiuso, in attesa del bando di gara della Regione per l’affidamento della gestione.

”No al ritorno degli americani sull’isola della Maddalena. Il processo di riconversione per usi civili dell’arcipelago deve essere terminato per consentire a questo territorio di rinascere una volta per tutte”. Legambiente esprime così il suo dissenso sull’ipotesi della riapertura di un distaccamento navale Nato nell’arcipelago della Maddalena. ”Legambiente – afferma il vicepresidente Sebastiano Venneri – è assolutamente contraria a militarizzare nuovamente l’isola dove, dopo 35 anni, si era finalmente dato inizio ad un progetto di sviluppo territoriale. Una riconversione avviata in modo approssimativo e, di fatto, mai terminata a causa delle lungaggini e delle inadempienze del Governo che ha abbandonato a metà opere e bonifiche. Per non parlare della speculazione edilizia e degli scandali che hanno travolto l’intera attivita’ di ricostruzione”.

”E’ necessario – conclude Venneri – riprendere al più presto con determinazione ed efficacia un processo di riconversione che restituisca alla fruibilità pubblica l’arcipelago, favorendo una crescita del territorio all’insegna della tutela ambientale e della salvaguardia paesaggistica”.

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