NEW YORK – Per celebrare il mese dell’orgoglio gay Google ha deciso di prendere la strada della discrezione: meglio evitare il “doogle”, ovvero il logo speciale, e procedere con un piccolo arcobaleno accanto alla barra di ricerca.
Provate a digitare sul motore di Mountain View la parola gay: solo allora spunta un arcobaleno, non prima. La big G del web ha fatto così infuriare la comunità di LGBT perché celebra scrittori, artisti e ricorrenze, ma con gli omosessuali ha deciso di sfoggiare la sua versione pudica e quindi di non prestare il suo logo esplicitamente al Gay Pride.
A parole invece Google aveva persino pubblicizzato l’iniziativa a favore dei gay, vantando la sua iniziativa: “Durante il mese di giugno, Google celebra lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT) Pride”.
E ancora: “Google sostiene propri dipendenti LGBT in molti modi: facendo sentire la propria voce in materia di politica, trovando occasioni per ricordare la difficile situazione delle persone transgender in tutto il mondo e facendo ogni sforzo per garantire che i suoi dipendenti siano trattati in modo equo”.
Allora perché nascondere questa buona intenzione sotto ricerche specifiche? La domanda è arrivata persino sull’istituzionalissimo sito della Cnn americana che si chiede se Google non sia stata influenzata dalle paura di essere bombardato dalle critiche di puritani o anti-gay.