Grassi alimentari uguale infarto. Uno studio mondiale: no, non c’è nessuna prova

Grassi alimentari uguale infarto. Uno studio mondiale: no, non c'è nessuna prova
Grassi alimentari uguale infarto. Uno studio mondiale: no, non c’è nessuna prova

LONDRA – Grassi alimentari uguale infarto? Uno studio mondiale smentisce: non c’è nessuna prova. Mangiate pure formaggi e salumi. La differenza tra grassi insaturi e grassi saturi per la salute del cuore non è provata. A dirlo è un enorme studio della Università di Cambridge condotto su moltissimi dati raccolti in ricerche precedenti

Revisionando la vasta mole di dati a disposizione gli esperti non hanno trovata alcuna associazione tra contenuto di grassi saturi nel sangue e nella dieta di un individuo e il suo rischio coronarico, cioè il suo rischio di infarto.

La meta-analisi fa vacillare anche le raccomandazioni che suggeriscono di consumare molti grassi insaturi (omega 3 ed omega 6). Da quest’ultimo studio non risultano dati a supporto di questa tesi. In altre parole, se mangiate salmone e sardine pensando che facciano particolarmente bene al cuore vi potreste sbagliare. 

I ricercatori hanno riesaminato i dati di 72 studi sui grassi che avevano coinvolto oltre 600mila individui coinvolti. Hanno confrontato il rischio di infarto con le concentrazioni di grassi saturi nel sangue e con il consumo di questi grassi nella dieta di ciascun individuo coinvolto. Ebbene: non è emersa alcuna forte correlazione tra grassi saturi nel sangue, quantità di grassi saturi assunti con l’alimentazione e rischio cuore di ciascuno.

Allo stesso modo non sono emerse prove sufficienti ad avvalorare la bontà della raccomandazione di consumare molti grassi insaturi, anzi per alcuni di essi si è trovato anche un lieve legame col rischio cardiaco.

 

 

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