ROMA – La Cina usa la tecnologia come strumento di spionaggio? Lo sospetta l’Australia, e gli Stati Uniti vanno a ruota. L’accusa è che l’intelligence cinese utilizzi i colossi della tecnologia, come Huawei e ZTE, diffusi in tutto il mondo, per carpire e scaricare informazioni (soprattutto laddove è presente la rete mobile 5G). Per questo il governo australiano ha deciso di mettere al bando la fornitura da parte della Cina della tecnologia di prossima generazione 5G di rete mobile, per ragioni di sicurezza nazionale.
A quanto riferisce il quotidiano The Australian, anche Trump si prepara ad annunciare restrizioni formali nei prossimi mesi, che rispecchieranno misure adottate dall’Australia e avranno l’effetto di bandire tutte le compagnie di telecomunicazioni cinesi da ogni coinvolgimento nella rete mobile 5G.
Un mese fa l’Australia ha di fatto messo al bando compagnie cinesi come i colossi delle telecomunicazioni Huawei e ZTE, considerati vicini al governo di Pechino, dalla rete mobile 5G, dopo che le agenzie di intelligence avevano concluso che non potrebbero garantire la sicurezza della rete compagnie “probabilmente soggette a direttive da un governo straniero, potenzialmente in conflitto con la legge australiana”. La tecnologia 5G promette tra l’altro di connettere miliardi di apparecchi e di rendere possibili maxi download in pochi secondi.
Trump, in una recente telefonata al primo ministro australiano Scott Morrison ha avuto grandi elogi per il provvedimento. E riunioni di esperti entro la Casa Bianca hanno citato l’Australia come un buon modello da seguire.
La decisione degli Usa è destinata a causare l’irritazione della Cina, che nega di usare le sue compagnie di telecomunicazione come un braccio dei suoi servizi di intelligence. E ha espresso ostilità per il provvedimento dell’Australia, nel timore che possa incoraggiare altri paesi occidentali a seguire l’esempio.
Come il bando imposto dall’Australia, non si prevede che le nuove restrizioni di Washington menzionino per nome la Cina, ma saranno formulate specificamente per ostacolare tentativi di Pechino di posizionare le sue compagnie in qualsiasi ruolo nella rete 5G in via di evoluzione.
Tanto per avere una ulteriore spiegazione al bando, Huawei è stata fondata da Ren Zhengfei, membro del partito comunista cinese ed ex ufficiale dell’Esercito popolare di liberazione che e allo stato attuale è il presidente della società.