Huawei ci ricasca: immagine di una reflex per pubblicizzare la fotocamera dello smartphone

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Huawei ci ricasca: immagine di una reflex per pubblicizzare la fotocamera dello smartphone

ROMA – Era già successo nel 2016, con la pubblicità del P9 e oggi Huawei ci ricasca.

Due anni fa, il colosso Cinese, pubblicizzava la fotocamera del P9 con una foto scattata con una Canon dotata di un obiettivo da 2.000 euro.

Come riportava allora Wired: Un’immagine magnifica vuole dimostrare le potenzialità del nuovo Huawei P9. Rappresenta una ragazza, i colori sono perfetti e l’immagine è nitida, profonda. Insomma, è perfetta, e l’azienda l’aveva caricata sul proprio Google+ per dimostrare le potenzialità della doppia fotocamera del telefono. Peccato solo che non era stata scattata con lo smartphone.

Ma l’inganno era stato facilmente scoperto: Google+, infatti, registra i dati EXIF dell’immagine, la carta d’identità di ogni foto, e così sono state svelate le vere attrezzature celate dietro lo scatto e Huawei era stata costretta a scusarsi.

Ma, a quanto pare, l’azienda ci è ricascata pubblicizzando, ancora una volta, le qualità fotografiche di uno smartphone mostrando in realtà una foto fatta con una reflex.

Lo spot è quello del nuovo Nova 3, modello simile al P20, destinato al mercato Egiziano. Come riporta DDay:

Nel video vengono evidenziate la doti dell’intelligenza artificiale nel ritoccare il viso della protagonista, che in questo modo appare perfetta anche senza truccarsi.

Ma anche questa volta l’inganno è stato svelato.

Sarah Elshamy, attrice dello spot, ha infatti pubblicato sul suo profilo Instagram un’immagine dal back stage dello spot in cui era visibile un fotografo nel  momento in cui realizzava lo scatto.

Bisogna dire che nel video Huawei non dice mai esplicitamente che l’immagine è realizzata con il suo smartphone e anzi, in un disclaimer che compare alla fine dello spot – in arabo naturalmente – l’azienda specifica che le immagini “sono realizzate al solo scopo illustrativo e che ci potrebbero essere delle differenze con l’aspetto del prodotto e con il contenuto del video e della pubblicità”.

Un modo per evitare le polemiche che però non sono comunque mancate.

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