
I polpi maschi paralizzano col veleno le femmine prima di accoppiarsi. Ma non è come sembra (foto Commons wikipedia)
Anche tra gli intelligenti, empatici e assennati polpi, i maschi, al dunque, si rivelano inguaribili sessisti e ferocemente patriarcali? Non scherziamo, esistesse qualcosa di simile a un Tribunale della Natura rischieremmo, a ragione, un processo per calunnia.
La strategia per sopravvivere dei polpi dalla linea blu
Ma allora, perché i maschi dei polpi dalla linea blu (cefaloidi di dimensioni ridottissime, questione di centimetri) prima di accoppiarsi avvelenano le femmine per tramortirle fino a sottometterle a uno stato di paralisi vicino alla morte?
Ricaviamo la scoperta da uno studio pubblicato da Current Biology. Il fatto è che i maschi dei polpi dalla linea blu sono parecchio più piccoli delle femmine. Le quali hanno un vizio: una volta consumato l’atto, divorano il partner.

Lo fanno per assicurarsi una cospicua riserva di energia in vista delle incombenze materne. Crescere una covata nei fondali marini non è infatti semplice. I maschi si adeguano. Ad alcune specie l’adattamento evolutivo ha procurato un tentacolo lunghissimo per concepire a distanza di sicurezza. Ad altre, è questo il nostro caso, ha insegnato ad ospitare una colonia di batteri che producono un prezioso veleno.
Si tratta della famigerata tetrodotossina, ne sanno qualcosa gli sconsiderati ghiottoni giapponesi una volta gustato il pesce palla sbagliato. Diciamo che ai polpi dalla linea blu piace farlo strano, per non dire violento: i rituali di corteggiamento non c’entrano, si tratta di questione di vita o di morte. La femmina vuole papparsi il maschio che, per difendersi, la riduce a uno stato di subordinazione assoluta con armi che in altri contesti avremmo definito femminili. Rapporti di forza ribaltati, e dunque?
Non è il caso di trarne facili insegnamenti ed è inutile strumentalizzare la biologia. Resta che i polpi sono capaci di risolvere problemi e disponibili ad aprirsi a specie curiose come la loro. Noi umani, per esempio. Ne sa qualcosa l’esperta di polpi più famosa del mondo, la naturalista e scrittrice da milioni di copie Sy Montgomery ( “L’anima di un polpo. Un viaggio sorprendente nelle meraviglie della coscienza”).
“Il polpo è curioso, sa godere della compagnia umana”
Nel suo libro Sy Montgomery ha scritto: “Non potresti trovare un animale più diverso da noi. L’ultimo antenato che abbiamo in comune risale a mezzo miliardo di anni fa. Nonostante questo, il polpo è curioso, sa godere della compagnia umana. Me ne sono accorta a marzo del 2011, quando nell’Acquario del New England ho incontrato per la prima volta Athena, un polpo del Pacifico gigante. Mi ha fissata, poi si è colorata di rosso brillante, è sgusciata dal suo rifugio e ha cominciato a tendere i tentacoli fuori dalla vasca. Ho immerso le braccia nell’acqua salata e lei mi ha coperto con le sue ventose, sentivo che mi faceva leggeri succhiotti. Non stava cercando di farmi del male, mi voleva conoscere, mentre mi fissava dritto negli occhi. Quando ho accarezzato la sua testa come si farebbe con un cucciolo, lei è diventata tutta bianca, il colore che la sua specie assume quando si rilassa”.