ROMA – Il prossimo 30 giugno avremo un minuto più lungo degli altri, fatto di 61 secondi anziché 60. Si chiama secondo intercalare e scoccherà esattamente alle 23:59 del 30 giugno. Motivo? Si tratta di un aggiustamento artificiale reso necessario dalla discrepanza tra il tempo coordinato universale (Utc) e l’ora naturale, scandita dalle rotazioni terrestri.
Ogni giorno subisce un rallentamento di due millesimi di secondo circa ecco perché dal 1961 si è deciso di intervenire con più di 30 ritocchi agli orologi. Non è una regola fissa: a stabilirlo di volta in volta è lo Iers (International Earth Rotation and Reference Systems Service) l’organismo che si occupa appunto della sincronizzazione tra tempo umano e tempo naturale. Ogni sei mesi lo Iers redige un bollettino in cui annuncia la necessità o meno di inserire l’aggiustamento.
L’ultima volta che è stato utilizzato il secondo intercalare è stato il 30 giugno del 2012 e alcuni server e sistemi informatici ne risentirono. Tra gli altri andarono k.o. i server di LinkedIn, Mozilla, Reddit e FourSquare. Ecco perché si scatenò un ampio dibattito all’interno della comunità scientifica tra chi sosteneva il necessario superamento dell’intervento e chi ne giustificava ancora l’uso. Anche quest’anno il secondo intercalare desta non poche preoccupazioni.