Il mondo dei cosmetici è stato recentemente scosso dal caso del Lilial, una sostanza chimica che ha portato al più grande sequestro di cosmetici non conformi nella storia italiana recente. Nonostante la rilevanza della vicenda, essa è passata quasi inosservata. La presenza di questa sostanza in numerosi prodotti di uso quotidiano ha sollevato dubbi sulla sicurezza di ciò che utilizziamo ogni giorno e sull’efficacia dei sistemi di controllo e ritiro dal mercato. Il caso del Lilial ha acceso i riflettori sull’importanza di garantire standard più elevati di trasparenza e sicurezza nei prodotti cosmetici.
Il Lilial, noto anche come Butylphenyl methylpropional (BMHCA), è un composto chimico contenuto nei profumi. La sua struttura chimica è di un aldeide dall’odore floreale comunemente utilizzata in una vasta gamma di prodotti cosmetici come creme, shampoo e deodoranti. È stato presente anche in molti prodotti per la casa, come detersivi e detergenti. Il divieto del Lilial è stato introdotto dall’Unione Europea a partire dal 1 marzo 2022, a seguito di studi che ne hanno evidenziato i potenziali effetti nocivi sulla salute riproduttiva, in particolare la fertilità.
Gli studi condotti su animali hanno mostrato che, se somministrato in dosi elevate per via orale, il Lilial può avere effetti tossici sull’apparato riproduttore e sul feto. Nonostante la sostanza fosse considerata sicura nell’uso cosmetico quotidiano, l’UE ha deciso di adottare un approccio precauzionale per ridurre il rischio complessivo di esposizione.
Il divieto del Lilial è stato implementato soprattutto per tutelare i consumatori, considerando che esso era presente in molti prodotti, aumentando così il rischio di esposizione combinata. Anche se l’uso individuale di prodotti contenenti Lilial era stato valutato come sicuro, la preoccupazione derivava dal potenziale accumulo della sostanza attraverso l’utilizzo di più prodotti contemporaneamente.
La decisione dell’UE è stata dunque quella di eliminare il Lilial dai cosmetici, garantendo così una maggiore sicurezza. Tuttavia, la presenza di Lilial in articoli di uso quotidiano, anche al di fuori dell’ambito cosmetico, ha reso più complesso il monitoraggio e la gestione dei rischi di esposizione.
Nonostante il divieto entrato in vigore nel 2022, molti prodotti contenenti Lilial sono rimasti in circolazione, portando a una serie di sequestri da parte della Guardia di Finanza in Italia. Sono stati ritirati dal mercato cosmetici come profumi, creme e shampoo. Questo ha sollevato domande sull’efficacia dei sistemi di ritiro dal mercato e sulla responsabilità dei produttori e distributori nel garantire il rispetto delle nuove normative.
In alcuni casi, le etichette dei prodotti erano state alterate per nascondere la presenza del Lilial, una pratica che ha alimentato preoccupazioni sulla trasparenza e la sicurezza per i consumatori.
In questo contesto, uno dei modi più efficaci per proteggersi è prestare attenzione alle etichette dei prodotti cosmetici. Il Lilial può essere indicato come Butylphenyl methylpropional o BMHCA, e leggere attentamente l’elenco degli ingredienti diventa fondamentale per evitare l’acquisto di prodotti non conformi. I prodotti di nuova formulazione non dovrebbero contenere Lilial e possono essere utilizzati in sicurezza.
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