Modello Toscana per l’immigrazione: accoglienza ma niente tendopoli

FIRENZE – Tendopoli? In Toscana non se ne parla proprio. Ad ospitare i migranti che giungono a Livorno dall’operazione di ‘svuotamento’ di Lampedusa – 300 la notte scorsa e 200 domani mattina – sono solo strutture disseminate in sette province su dieci.

Il ‘modello Toscana’, unica regione che ha cocciutamente perseguito questo tipo di organizzazione dell’ ospitalità sembra per ora un successo. Ed il governatore Enrico Rossi pare avere a portata di mano, dopo la disponibilità mostrata dalla Lega, anche il secondo obiettivo: quello di fornire a tutti i migranti un permesso temporaneo di soggiorno per motivi umanitari.

“Se l’avessero fatto prima – ha osservato Rossi – avrebbero evitato tante sofferenze”. Il permesso temporaneo è considerato uno strumento che non solo renderebbe più facile lo sforzo organizzativo che ha mobilitato questure, prefetture, volontariato e diocesi, ma potrebbe anche consentire ai migranti di raggiungere le mete che si erano prefissati all’inizio dei loro viaggi sui barconi: andare in Francia o in altri paesi europei. Anche se qualcuno di loro, dopo l’inferno della traversata sulle carrette del mare e quello non da meno della bolgia di Lampedusa, comincia ad apprezzare l’ospitalita’ italiana: ”Francia? No, meglio restare qui, in Italia”, dicono alcuni dei nordafricani alloggiati nell’ostello in stile liberty di Livorno. Altri sono ospitati nella foresteria di un parco archeominerario a Campiglia Marittima (Livorno), altri nella canonica di una parrocchia sulle pendici di Monte Morello ad un passo da Firenze, altri ancora all’albergo popolare del centralissimo quartiere fiorentino di San Frediano.

Tutti possono entrare ed uscire tranquillamente dopo essere stati identificati, poiché vivono in una condizione simile a quella di chi gode di protezione umanitaria. Ma di cinque migranti del gruppo ospitati a Villa Peragnoli, sulle colline fiorentine di Settignano, non ci sono piu’ tracce. Le hanno fatte perdere stamani prima di essere identificati: ”in fuga”, denuncia la portavoce regionale del Pdl Monica Faenzi. Adesso pero’ il ‘modello Toscana’ prevede un pit-stop: nessun’ altra accoglienza, spiega Rossi, se anche le Regioni del nord non faranno la loro parte, poiche’, ha detto, ”tutti devono assumersi le proprie responsabilità”. Quindi niente piu’ migranti in Toscana con una sola eccezione: la disponibilita’ ad ospitare una cinquantina dei minori che ancora si trovano a Lampedusa in una struttura a Massa. Non tutto è però filato liscio: proteste e contestazioni, o semplici ‘mal di pancia’ ci sono stati in alcuni casi. La notte scorsa un gruppo di giovani, tra cui simpatizzanti di Forza Nuova, ha accolto i nuovi arrivati a Montopoli Valdarno con il grido di ”tornate a casa”.

E a Monte San Savino (Arezzo) è cominciata una raccolta di firme per chiedere che sia chiarito il tempo di permanenza dei nordafricani. Ma la protesta piu’ forte e’ quella di gruppi di cittadini e imprenditori di Calambrone, sulla costa pisana: per giorni hanno presidiato l’ex ospedale ortopedico nel quale in tutta fretta erano stati fatti lavori di adeguamento per i previsti nuovi arrivi. La notte scorsa un raid vandalico ha messo fuori uso tubature e impianti nuovi di zecca. Tutti hanno preso le distanze e condannato l’accaduto, ma la struttura almeno per adesso e’ inservibile. Cosi’ la Regione ha individuato altre due strutture, una nel Parco di San Rossore – la ex tenuta presidenziale ora regionale – e una ex sede universitaria nella stessa zona.

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