Inchiesta G8: venti nuove telefonate tra Lunardi e la “cricca”

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Pietro Lunardi

Spuntano nuove intercettazioni nell’inchiesta sulla “cricca” degli appalti dei Grandi Eventi. Venti intercettazioni inedite che riguardano, tutte, telefonate tra i componenti della cricca, da Angelo Balducci a Diego Anemone, e l’ex ministro Pietro Lunardi (indagato, nell’ambito della stessa inchiesta, per corruzione insieme al cardinale Crescienzio Sepe). Telefonate che, di fatto, mettono in luce l’assiduo rapporto tra Lunardi e la presunta cricca e che aggravano la posizione dell’ex ministro.

Tutte queste venti telefonate ora saranno trascritte e sottoposte all’attenzione dei due pm di Perugia che indagano su “appaltopoli”, Alessia Tavernesi e Sergio Sottani. Se dalle telefonate uscirà qualcosa di sostanzioso, i pm dovranno però chiedere l’autorizzazione al Parlamento per utilizzarle come prove: Lunardi, infatti, in quanto parlamentare gode di una parziale immunità parlamentare.

Grazie a queste telefonate, quindi, potrebbero emergere altre novità sul rapporto e sui presunti “favori” tra Lunardi e Balducci. Qualcosa di più, ad esempio, su quel palazzetto di via dei Prefetti (720 metri quadrati) venduto da Propaganda Fide a Pietro Lunardi  per poco più di 4 milioni euro. Un prezzo stracciato anche a detta dell’architetto di Diego Anemone, Angelo Zampolini, che a verbale ha valutato la casa per un valore di 8 milioni di euro. Un affarone, quindi, in cambio del quale, secondo l’accusa, Lunardi avrebbe dato soldi pubblici a Propaganda Fide per ristrutturare un museo Vaticano. Museo, per altro, mai completato e, secondo una relazione della Corte dei Conti, fatto senza rispettare a pieno la normativa vigente.

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