Napoli, addio tra la rabbia a Mariarca Terracciano, l’infermiera morta per lo stipendio

C’è tanta rabbia tra i colleghi di Mariarca Terracciano, l’infermiera di Napoli che è morta dopo essersi tolta per alcuni giorni il sangue per attirare l’attenzione sul mancato pagamento degli stipendi ai dipendenti dell’ospedale San Paolo.

Ai funerali di questa mattina, oltre ai familiari, hanno partecipato anche tanti colleghi che non sono rimasti in silenzio, ma hanno portato avanti la protesta di Mariarca.

“Nessuno ha compreso il suo gesto né ascoltato l’allarme che ha voluto lanciare – ha detto un collega – Oggi non c’è nessuno delle istituzioni, hanno già dimenticato Mariarca, l’hanno lasciata sola”.

“Sei morta da eroina – gli ha fatto eco un altro collega – una vittima dell’incertezza lavorativa”.

A salutare Mariarca c’era anche sua figlia, di 10 anni. E’ entrata in chiesa tenendo tra le mani un mazzo di rose rosse da porgere alla madre. E’ corsa incontro al padre che l’ha stretta forte a sé ed è rimasta lì a guardare la bara, protetta dall’abbraccio del suo papà.

Lui, Michele Calabrese, è rimasto accanto alla moglie dallo scorso lunedì, quando, mentre era in servizio nell’ospedale San Paolo, si è sentita male fino a perdere conoscenza ed è stata ricoverata nel reparto di rianimazione, dove è morta tre giorni dopo.

Il malore, però, secondo il direttore sanitario del presidio, Maurizio Di Mauro, non sarebbe legato alla ‘protesta del sangue’ che la donna aveva messo in atto quando, alla fine del mese scorso, si era vista negare lo stipendio, per il blocco dei fondi della Asl.

Simile il parere di altri medici ed esperti. Per accertare le cause della morte, Di Mauro ieri ha disposto un riscontro autoptico-diagnostico. Le prime indicazioni emerse dagli esami, in attesa degli esiti definitivi, confermerebbero l’assenza di collegamenti tra i ripetuti prelievi di sangue, interrotti comunque il 3 maggio quando furono pagati gli stipendi di aprile, e il malore che ha colpito la donna il 10 maggio, portandola alla morte dopo tre giorni di coma.

Un forte applauso ha accompagnato la bara all’uscita dalla chiesa. “In chiesa tanti fiori e soprattutto rose per Mariarca che con la sua protesta voleva ribadire che “lo stipendio è un diritto”, come aveva ripetuto alle telecamere in una intervista diffusa su Youtube che è diventata una sorta di testamento dell’infermiera morta.

Intanto proprio la questione dello stipendio dei novemila dipendenti della Asl Napoli 1, la più grande d’Italia, torna in queste ore alla ribalta: si profilano nuovi problemi, l’amministrazione ha fatto sapere ai sindacati che la corresponsione delle spettanze di maggio potrebbe slittare dal 27 al 31.

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