iPhone, Washington Post rivela: “Diverse app iOS raccolgono dati personali senza che gli utenti lo sappiano”

ROMA –  Diverse app iOS raccolgono dati personali senza che gli utenti ne siano a conoscenza. E’ quanto scoperto dal Washington Post, che ha collegato un iPhone al software di monitoraggio e ha trovato più di 5.400 app tracker che inviavano dati dal telefono, inclusi quelli sensibili come posizione, numero telefonico, indirizzo IP.

Gli app tracker sono più affollati di notte, quando il proprietario del dispositivo dorme o non lo utilizza. 
Spesso sfruttano la funzione di aggiornamento app in background di Apple, che consente alle app di trasmettere dati quando non vengono utilizzati attivamente, principalmente allo scopo di assicurarsi che siano aggiornati quando si ritorna all’app.

I tracker possono essere a favore dell’utente, alcune app per poter funzionare devono inviare dati di tracciamento, possono essere impiegati per migliorare la qualità del servizio offerto raccogliendo dati in forma aggregata o anonima, per la risoluzione dei bug o a fini di ricerca, tuttavia il Washington Post ha rilevato che il processo finisce per trasmettere informazioni sensibili a società come Amplitude, Appboy e Demdex.

In sette giorni sono stati trasmessi dati a circa 5.400 tracker per un traffico stimato mensilmente in 1,5 GB.
Microsoft OneDrive, Intuit’s Mint, Nike, Spotify, Weather Channel, Washington Post, Yelp, Citizen e DoorDash sono solo alcune delle tante app i cui i tracker raccolgono notevoli quantità di dati personali. Il Washington Post e Yelp, hanno interrotto l’invio delle informazioni in seguito alla pubblicazione dell’articolo.

“Sono i vostri dati. Perché dovrebbero essere presi quando non sapete come li utilizzeranno?” ha detto Patrick Jackson, chief technology officer dell’azienda Disconnect, al Post.

I trakers sono difficili da bloccare, a differenza dei cookie che sono porzioni di codice del browser che seguono gli utenti su Internet, soprattutto perché è facile per i tracker passare inosservati, secondo il Post.
Molte app utilizzano i tracker per la posizione geografica che permetterebbe alle aziende di informare su ristoranti e negozi  vicini alla nostra posizione.

Il problema principale è che alcune app non dichiarano in modo esplicito quali dati vengono raccolti, quanto tempo rimangono memorizzati e chi può accedervi. Nel caso di DoorDash, servizio di consegna cibo a domicilio, la spedizione dei pacchetti ha come meta i server di Facebook e Google Ad Services, con tutta probabilità a fini di profilazione e advertising.

Con la quantità di dati sensibili tracciati dalle app più popolari, molti ritengono che la responsabilità di controllo maggiore sia di Apple, dal momento che distribuisce il software iOS su cui vengono eseguiti.
Ma l’azienda ribadisce: “Lavoriamo sodo per aiutare gli utenti a mantenere le loro informazioni private. I nostri hardware e i software sono progettati per fornire sicurezze e protezioni avanzate ad ogni livello del sistema”.

E ricorda che è possibile disattivare la funzione aggiorna app in background semplicemente effettuando l’accesso alle Impostazioni del sistema, selezionando la voce Generali e infine modificando l’opzione.
Disconnect ha suggerito alla Apple l’introduzione di norme più rigide per gli sviluppatori e l’obbligo di comunicare la presenza di tracker nelle applicazioni, in modo tale che gli utenti siano più consapevoli di come vengono controllati i loro dati. (Fonte: Daily Mail)

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