ROMA – Un mistero che durava da 3.400 anni, il mistero della “ragazza di Egtved” è stato risolto nella primavera del 2015 grazie alla chimica applicata all’archeologia.
Decisivo è stato l’esame delle tracce di stronzio nei capelli, unghie, e denti rimasti in ottime condizioni nella tomba di una donna morta giovanissima, in età fra i 16 e i 18 anni, nell’estate del 1370 avanti Cristo nei pressi di quella che ora è la città di Egtved, 15 mila abitanti in mezzo alla penisola dello Jutland, in Danimarca.
La tomba fu scoperta nel 1921 ma finora la “ragazza di Egtved” era stata solo una celebrità locale, i cui resti, deposti nel cavo di un albero che le faceva da bara, sono esposti nel Museo Nazionale di Danimarca.
Gli isotopi dello stronzio, definiti il GPS dell’archeologia dagli studiosi dell’Università di Copenhagen, hanno fatto scoprire la storia della ragazza di Egtved e aperto uno squarcio sull’economia e la civiltà delle popolazioni che occupavano l’Europa continentale più di tremila anni fa.
La ragazza di Egtved era originaria del Sud Ovest della Germania, veniva dalla zona della Foresta Nera tedesca, cioè 800 chilometri dal luogo della sepoltura, ha fatto la strada un paio di volte, probabilmente per andare in sposa al figlio di qualche nobile nordico (solo i nobili potevano aspirare a sepolture tanto prestigiose come la sua) per suggellare l’alleanza fra due potentati, due re.
Probabilmente morì poco prima o subito dopo le nozze, come era molto facile accadesse in quei tempi senza antibiotici.
L’alleanza, ritengono gli scienziati autori della scoperta, probabilmente non era militare, data la grande distanza che separava i due regni. Probabile che fosse invece di natura commerciale e che sulla strada dallo Jutland al Sud della Germania si svolgesse lo scambio fra il bronzo prodotto in Germania e l’ambra che abbonda nel mar Baltico e di cui andavano pazze le donne del sud, non solo quelle tedesche, ma le greche.
Per collocare la ragazza di Egtved in un contesto storico, Roma doveva aspettare ancora 600 anni, sei secoli, prima di nascere, gli Etruschi erano ancora in viaggio e in Grecia era il periodo della civiltà micenea e degli eroi della guerra di Troia.
La scoperta sfata anche un mito: i tedeschi già allora godevano di un livello di ricchezza e di civiltà superiore a gran parte del futuro Impero romano, eccettuati i Greci nel Meridione d’Italia e l’Est del Mediterraneo, dalla Grecia in là.
La ricerca di cui ora è stato diffuso il risultato è frutto della collaborazione fra Karin M. Frei del Museo Nazionale di Danimarca, del Centro per le ricerche tessili presso l’Università di Copenhagen, di Kristian Kristiansen della Università di Gothenburg, del Dipartimento di Geoscienze e Management delle Risorse Naturali e il Centro di Geo Genetica, entrambi della Università di Copenhagen.
Questo pool di scienziati danesi e svedesi, con l’aggiunta di inglesi e australiani ha scoperto che la ragazza di Egtved, che era considerata la danese archetipo, l’antenata danese dell’età del bronzo perché nel 1921 era stata trovata nella penisola dello Jutland, in Danimarca, in realtà era nata in quella che è oggi la parte più meridionale della Germania occidentale, nella zona della Foresta Nera, ed era una ragazza che la vita aveva costretto a viaggiare molto, su e giù per la Germania e la Danimarca di oggi, dalla Foresta Nera fin verso il Circolo Polare, in un villaggio che in questo caldo inizio di giugno non arriva a 20 gradi a mezzogiorno. Non viaggiava per turismo, come tante tedesche e danesi della sua età ai nostri tempi, ma a scopo di matrimonio, non d’amore ma combinato dalle manovre diplomatiche di due famiglie reali, quella sua e quella dello sposo nello Jutland. L’Età del Bronzo fu un’epoca di ampliamento di alleanze tra clan e in cui in cui i legami tra Danimarca e Germania erano molto forti per via del commercio di ambra e di bronzo.
Secondo il pool di scienziati raccolti attorno all’Università di Copenhagen, la ragazza avrebbe percorso 2.400 chilometri negli ultimi mesi della sua vita, andando avanti e indietro tra la Foresta Nera e lo Jutland. Gli scienziati hanno analizzato i capelli, i denti, le unghie e i vestiti della ragazza di Egtved i cui resti ben conservati erano stati trovati in un albero cavo, dove il corpo era stato sepolto avvolto in una coperta di cuoio non conciato. I risultati di queste analisi, ottenute attraverso lo studio delle variazioni nella composizione molecolare dello stronzio, un elemento che si accumula sia nei tessuti vegetali che animali e che varia a seconda del luogo, una sorta di GPS dell’archeologia, hanno permesso di determinare per la prima volta il percorso e i movimenti di un essere umano preistorico.
Le tracce di stronzio trovate nei denti, dove questo elemento si deposita durante l’infanzia, hanno rivelato la possibilità che la ragazza di Egtved fosse nata nella Foresta Nera tedesca e quindi non nella Danimarca di oggi come si era sempre creduto. Le fibre di lana presenti nel suo abbigliamento, una blusa e una gonna oltre ad un cinturone con al centro un disco in bronzo raffigurante il sole che negli anni scorsi aveva fatto pensare che si trattasse di una sacerdotessa, un pettine ed altri piccoli oggetti di corredo, hanno fatto pensare anch’essi alla provenienza dalla Foresta Nera tedesca.
L’esame dei capelli e delle unghie che contengono lo stronzio depositatosi negli ultimi anni della sua vita ha rivelato i suoi ultimi movimenti, due viaggi dalla Danimarca al suo luogo d’origine. Circa 15 mesi prima di morire la ragazza sarebbe stata nel luogo in cui era nata, da lì sarebbe andata nello Jutland per restarci circa nove mesi e poi ritornare verso la zona della Foresta Nera. Quattro o cinque mesi più tardi sarebbe andata di nuovo verso Egtved, nello Jutland, dove sarebbe morta circa un mese dopo il suo arrivo.
I reperti archeologici confermano che durante l’Età del Bronzo tra Germania e Danimarca, due centri di potere dominanti simili a dei regni, dice il professor Kristian Kristiansen dell’Università di Gothenburg,ci sono stati stretti rapporti. Come dice Kristian Kristiansen, la Danimarca era ricca di ambra e la scambiava col bronzo. Nella Grecia micenea e nel Medio Oriente l’ambra baltica era ambita tanto quanto l’oro e, per mezzo di intermediari nella Germania meridionale, grandi quantità di ambra venivano trasportate verso la zona del Mediterraneo, mentre grandi quantità di bronzo, che all’epoca era considerato una materia prima preziosa quanto lo è il petrolio al giorno d’oggi, arrivavano in Danimarca a titolo di pagamento. Questo tipo di scambio fece diventare la Danimarca una delle regioni più ricche del Nord Europa. Dato che l’’ambra era il motore dell’economia dell’Età del Bronzo, al fine di mantenere le rotte commerciali in corso le famiglie potenti avrebbero potuto stringere alleanze combinando matrimoni tra i loro figli.
Grazie ai risultati ottenuti dall’analisi degli isotopi di stronzio ora potranno essere esaminate numerose altre tombe dell’età del bronzo danese che contengono resti umani altrettanto ben conservati quanto quelli della ragazza di Egtved.
Potranno così esser svelati altri misteri sulla vita, le abitudini e il grado di evoluzione sociale, culturale ed economica dei nostri progenitori che potremmo scoprire molto più simili a noi di quanto ci possano far pensare le migliaia di anni che ci separano da loro.