ROMA, 29 DIC – Ricerca e sviluppo ancora a corto di finanziamenti in Italia. Lo confermano gli ultimi dati dell’Istat, che segnalano un calo degli investimenti pubblici in Ricerca nel 2011, mentre gli stanziamenti per il 2009 – pari a 19,2 miliardi di euro, di cui oltre la metà provenienti dalle imprese – restano sostanzialmente invariati rispetto al 2008, attestandosi all’1,26% del Pil. Troppo poco rispetto all’Europa, dove la media della spesa in Ricerca è pari al 2,01% del Prodotto interno lordo. A tracciare il quadro, poco rassicurante, della Ricerca in Italia è il Report dell’Istituto nazionale di statistica “Ricerca e sviluppo in Italia – anni 2009-2011”.
– NEL 2011 CALANO STANZIAMENTI PUBBLICI: Nel 2011 gli stanziamenti per ricerca e sviluppo registrati da parte delle amministrazioni centrali, regioni e province autonome sono risultati pari a 8.891 milioni di euro, una cifra inferiore rispetto a quella registrata negli anni precedenti (pari a 9,548 mln euro nel 2010 e 9,778 mln euro nel 2009). Una parte consistente degli stanziamenti (oltre il 34%) è destinata alle Università sotto forma di Fondo di Finanziamento Ordinario.
– NEL 2009 OLTRE METÀ DELLA SPESA SOSTENUTA DALLE IMPRESE: Nel 2009 la spesa per ricerca e sviluppo sostenuta da imprese, istituzioni pubbliche, istituzioni non profit e università risulta pari complessivamente a 19.2 miliardi di euro. L’incidenza percentuale della spesa per ricerca e sviluppo sul Prodotto interno lordo risulta pari all’1,26%. Le imprese hanno svolto attività di ricerca e sviluppo per una spesa complessiva di 10.238 milioni di euro (il 53,3% del totale nazionale), le università per 5.812 milioni di euro (30,3%), il settore delle istituzioni pubbliche per 2.525 milioni di euro (13,1%) e, infine, il settore delle istituzioni private non profit ha contribuito al totale con 634 milioni di euro (3,3%). Il contributo alla spesa totale per ricerca e sviluppo dei diversi settori resta sostanzialmente invariato rispetto al 2008.
– IN SETTORE ELETTRONICA CRESCITA MAGGIORE INVESTIMENTI: I settori economici che investono maggiormente in ricerca e sviluppo sono quelli della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica (1.272,3 milioni di euro), di autoveicoli e rimorchi (993,2 milioni) e di altri mezzi di trasporto (1.074,9 milioni), di apparecchiature meccaniche (1080,4 milioni). A questi si aggiungono il settore delle telecomunicazioni (997,6 milioni), dell’industria chimica e farmaceutica (871,4 milioni).
– NEL 2009 CRESCE NUMERO RICERCATORI: Sono aumentati del 5,3% rispetto all’anno precedente. Il settore delle imprese, con circa 109.768 unità (il 48,5% del totale) si conferma nel 2009 il settore con il maggior numero di addetti. Seguono le università, che nello stesso anno impegnano oltre 74.949 unità (il 33,1% del totale) e le istituzioni pubbliche con 33.540 unità (il 14,8% degli addetti).
– LOMBARDIA, LAZIO E PIEMONTE IN TESTA PER ATTIVITÀ RICERCA: La distribuzione regionale della spesa per ricerca e sviluppo conferma il ruolo trainante del Nord-ovest, a cui è attribuibile il 35,7% della spesa complessiva nazionale, seguito dal Nord-est (22,6%), dal Centro (24,8%) e dal Mezzogiorno (16,9 %). Il 48,1% della spesa nazionale per ricerca e sviluppo è attribuibile a tre sole regioni: Lombardia, Lazio e Piemonte. La spesa di tali regioni rappresenta il 53,5% della spesa per ricerca e sviluppo delle imprese, il 55,9% della spesa delle istituzioni pubbliche, il 32,3% della spesa sostenuta dalle università e il 76,9% della spesa nelle istituzioni non profit.