“La prima decisione è quella giusta”: l’istinto vince sulla ragione

ALBERTA (CANADA) – La prima decisione è quella giusta: la scienza ha annunciato che l’istinto nell’uomo vince sulla ragione. Lo studio condotto da Sarah Moore, dalle scuola di Business dell’università di Alberta, in Canada, ha mostrato come l’inconscio possa influenzare la nostra capacità di prendere decisioni, non solo nel caso di bisogni immediati ed atavici, come la necessità di bere, ma anche per obiettivi classificabili come a lungo termine.

L’inconscio non smetterebbe mai di suggerire alla parte razionale del nostro cervello quale sia la giusta decisione da prendere. Per individuare come l’istinto agisca sulla ragione i ricercatori hanno chiesto ai soggetti coinvolti di porsi un obiettivo personale da raggiungere ed hanno studiato come i successi, o gli insuccessi, nel raggiungimento di tale obiettivo influenzino le scelte successive.

La Moore ha spiegato che “nel nostro studio abbiamo osservato come i nostri sentimenti inconsci sugli oggetti nell’ambiente influenzino il modo di perseguire i propri obiettivi”: un obiettivo a breve termine come soddisfare la propria sete ci porterà a scegliere un bicchiere d’acqua, non certo una barretta di cioccolata. Ma “quando la tua sete è soddisfatta –  ha affermato la Moore – non valuti più come positiva la presenza di una fontana perché l’obiettivo è raggiunto”.

In caso di obiettivi a lungo termine “ci sono differenze”, sottolinea la Moore, ma anche in questo caso c’è una selezione operata dall’istinto per la scelta degli elementi ambientali che ci serviranno a raggiungere ciò che ci siamo prefissati e a cui rispondiamo in maniera positiva. Inoltre si continuerà a rispondere in maniera positiva a tutti i piccoli successi, che confermeranno che le scelte effettuate durante la ricerca dell’obiettivo sono esatte.

“In un certo senso non finiamo mai di raggiungere il nostro obiettivo, e i piccoli passi di successo compiuti divengono un ciclo: facciamo un passo, abbiamo successo, ci sentiamo bene e continuiamo così fino alla meta”, ha spiegato la ricercatrice, che ha sottolineato anche come ciò che ha maggiormente stupito il suo team è stata la risposta dei soggetti coinvolti nel caso di insuccesso. Il fallimento ha implicato una risposta neutra, e non negativa come ci si aspetterebbe: “Non si odia l’oggetto legato all’insuccesso, perché si effettua una valutazione complessiva del percorso per raggiungere il proprio obiettivo finale”.

L’inconscio dunque sarebbe più saggio della ragione ed anche più indulgente: se fallisci non ti dice che hai sbagliato, ma che “non era il momento di perseguire l’obiettivo. Hai fallito? Lascia passare un po’ di tempo”. La decisione da prendere è facile, se ci si affida all’istinto.

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