Matematico “in fuga”, prof negli Usa a 27 anni: “Impensabile in Italia”

Pubblicato il 16 Novembre 2011 - 13:12 OLTRE 6 MESI FA

Una carriera che in Italia sarebbe impensabile per un ragazzo della sua età, come testimonia Figalli: “Senz’altro nella carriera ci vuole sacrificio e predisposizione ma anche coraggio: osare, allontanarsi, lasciare le proprie cose, lasciare l’Italia e vedere cosa succede fuori”. All’estero la ricerca e l’istruzione punta sui giovani: “Negli Usa l’idea è che lo studente giovane, per essere formato, deve entrare in contatto con il maggior numero possibile di persone, di metodi, di idee. L’obiettivo di questa formula è farlo diventare autonomo. Ciò fornisce agli studenti più possibilità di carriera”.

In Italia invece “l’iter è l’esatto contrario: ci si mette in coda, aspettando che il professore “senior” trovi un posto per i suoi studenti. Così non si insegna allo studente a sviluppare la propria ricerca in modo creativo e cercare incentivi autonomamente. Anzi, spesso, le collaborazioni esterne sono mal viste. Nel nostro Paese, poi, c’è totale incapacità di programmare i nuovi reclutamenti a lungo termine. Spesso, infatti, il criterio alla base delle assunzioni è l’anzianità, non il merito”, dice Figalli.

Nel suo paese d’origine Figalli starebbe lottando per una collaborazione con le università o a casa ad attendere un’occasione, ma per averla bisognerebbe “abolire il sistema delle code, introdurre trasparenti criteri meritocratici e creare una ragionevole programmazione delle assunzioni, altrimenti la spesa di denaro pubblico destinato all’istruzione rischia di essere vanificata”.

Meritocrazia è una parola sconosciuta nel mondo dell’istruzione italiano, dove non bastano le buone idee e il duro lavoro perché un giovane possa aspirare a farsi una posizione nel mondo della ricerca, della scuola e dell’università. Lasciare la propria casa sembra l’unico modo per vedere il frutto del proprio studio e del proprio impegno. Figalli, che ad appena 27 anni c’è riuscito, ma in Texas non tornerebbe in Italia: “Ora, con rammarico, no”.