Jan Koum: “Ho fondato WhatsApp con 10 dollari. Poi l’ho venduta per 19 miliardi”

Jan Koum: "Ho fondato WhatsApp con 10 dollari. Poi l’ho venduta per 19 miliardi"
Jan Koum: “Ho fondato WhatsApp con 10 dollari. Poi l’ho venduta per 19 miliardi”

FIRENZE – A Firenze Jan Koum, 40enne cofondatore di WhatsApp, ha incontrato i ragazzi del progetto “Il Quotidiano in classe”, promosso dall’Osservatorio Permanente Giovani Editori.

“Ho vissuto i primi 16 anni della mia vita in Ucraina ai tempi dell’Unione Sovietica – ha detto Koum – la precarietà e l’insicurezza delle comunicazioni telefoniche di quell’epoca e in quel Paese, dove potevi essere intercettato dal Kgb e dove comunicare era un lusso, e nel costruire WhatsApp abbiamo sempre pensato di realizzare uno strumento semplice, affidabile, facile da usare per tutti. All’inizio abbiamo fallito, non ci siamo scoraggiati. E il suggerimento che vi do è di non scoraggiarvi mai, non buttatevi giù, siate sempre curiosi che è l’elemento centrale e non abbandonate gli studi universitari come ho fatto io, ha detto Koum rivolgendosi agli studenti.

“Il cyberbullismo – ha detto Koum rispondendo ad un’altra domanda – è un problema della società, genitori e scuole devono seguirlo da vicino, per quanto ci riguarda abbiamo già un limite di età per l’uso di WhatsApp che è di 13 anni”. E ancora: “La tecnologia favorisce la modernità e tutti i governi, e non solo quelli democratici, dovrebbero abbracciare la tecnologia per migliorare la vita dei cittadini ovunque”. Comunicheremo solo con emoji? “L’alfabeto non scomparirà, non possiamo farne a meno”. E ancora: “Sono orgoglioso di pagare le tasse”.

Presentando Koum, il fondatore dell’Osservatorio permanete giovani-editori Andrea Ceccherini aveva ricordato la sua infanzia difficile: “E’ arrivato anni negli Usa con la mamma a 16 anni, la famiglia ha dovuto ricorrere all’assistenza sociale e al sostegno dei buoni pasto”. E Koum ha concluso: “In fondo la mia vita non è cambiata molto, al 90% è la stessa. Sono pigro come allora, faccio lo stesso lavoro, vivo nella stessa casa, frequento gli stessi amici. E questo è davvero importante”.

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