ROMA – Un pianeta roccioso, dove scorre acqua allo stato liquido. Queste le condizioni per poter ospitare forme di vita ed essere considerato un “cugino” del pianeta Terra. Queste le caratteristiche di Kepler-186f, il pianeta scoperto dalla missione Kepler della Nasa, che va a caccia di pianeti abitabili nella nostra galassia, la Via Lattea.
Kepler-186f si trova a 500 anni luce da noi, nella costellazione del Cigno, e con la Terra condivide lo stesso “angolo” della Via Lattea. Il nuovo pianeta è simile alla Terra, ma più grande del 10%, e orbita intorno alla sua stella in 130 giorni terrestri. A renderlo un candidato ideale tra i pianeti simili al nostro sono le sue dimensioni: gli altri pianeti scoperti dalla sonda Kepler, infatti, avevano dimensioni maggiori di almeno il 40%.
Paul Hertz, astrofisico della Nasa, ha spiegato:
“La scoperta di Kepler-186f rappresenta un passo importante nella ricerca di pianeti simili alla Terra. Le missioni future della Nasa, come Transiting Exoplanet Survey Satellite e il James Webb Space Telescope, andranno alla ricerca degli esopianeti più vicino e determineranno la composizione atmosferica, continuando così la ricerca per mondi simili alla Terra”.
Le nuove missioni quindi potranno rispondere agli interrogativi lasciati aperti da Kepler sugli esopianeti rocciosi scoperti, di cui conosciamo le dimensioni, ma non in maniera approfondita le masse e le composizioni.
Il pianeta è il quinto per distanza dal suo “Sole”, una stella nana rossa che è grande la metà della nostra e decisamente più fredda, oltre che più “anziana”. La distanza è pari a quella tra il Sole e Mercurio, posizione che gli garantisce la presenza di acqua allo stato liquido, una delle condizioni per poter ospitare la vita, e che lo colloca in quella che gli astronomi definiscono la “zona abitabile“.
Elisa Quintana, ricercatrice del Seti Institute al Nasa Ames Reserach Center, ha commentato:
“Conosciamo solo un pianeta dove esiste la vita: la Terra. Per questo motivo quando cerchiamo la vita fuori dal nostro sistema solare, ci concentriamo su caratteristiche simili a quelle terrestri. E trovare un pianeta nella zona abitabile che abbia dimensioni simili alla Terra è un passo di grande importanza”.
Inoltre nella nostra galassia il 70% delle stelle sono nane rosse, cioè le più diffuse, spiega la Quintana:
“Le nane rosse sono le stelle più numerose e il primo segno di altre forme di vita nella galassia potrebbe provenire proprio dai pianeti che orbitano intorno a questi astri”.
Le nane rosse d’altronde sono stelle al termine del loro ciclo vitale, dunque più fredde. Motivo per cui Kepler-186f riceve dal suo Sole solo un terzo dell’energia che riceve la Terra, condizione che lo posiziona proprio al limite della “zona abitabile“: basti pensare che a mezzogiorno, orario di massima esposizione alla luce solare, la luminosità raggiunta su Kepler-186f è pari a quella sulla Terra poco prima che inizi il tramonto.
Thomas Barclay, ricercatore del Bay Area Environmental Research Institute at Ames, spiega:
“Essere nella zona abitabile non significa che il pianeta sia abitabile. La temperatura sul pianeta dipende fortemente dal tipo di atmosfera e dalla sua composizione. Nonostante siano molto simili, Kepler-186f al momento può essere considerato come un “cugino” della Terra, più che come un suo gemello”.
Ora le nuove missioni permetteranno di studiarne nel dettaglio le composizioni e di determinare se effettivamente Kepler-186f può essere considerato non un semplice “cugino“, ma proprio un “gemello”. Per ora rimane un parente molto stretto rispetto agli altri esopianeti scoperti dalla missione Kepler e una scoperta sensazionale per i ricercatori della Nasa.
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