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La morte non esiste, la nostra coscienza è immortale: le prove nell’inchiesta di Stéphane Allix

La domanda su cosa accada dopo la morte è uno dei dilemmi più profondi e universali che l’umanità si pone. Stéphane Allix, un giornalista e scrittore francese noto per il suo lavoro come reporter di guerra, ha proposto una risposta rivoluzionaria a questo quesito nel suo libro best-seller, “La morte non esiste”. Allix, che ha venduto oltre 200.000 copie del suo libro, sostiene che la morte non sia la fine della vita, ma semplicemente un cambiamento di mondo. Questa teoria audace ha sollevato un acceso dibattito e ha attratto l’attenzione di molti, inclusa un’intervista significativa al Corriere della Sera, in cui Allix esplora ulteriormente le sue convinzioni.

Le ricerche di Stéphane Allix

Stéphane Allix non presenta la sua teoria come una mera speculazione, ma come il risultato di anni di indagine approfondita. In contrasto con le credenze popolari, Allix afferma che la sua visione si basa su ricerche scientifiche e esperienze personali. Egli descrive il suo lavoro come un’inchiesta giornalistica che ha rivelato una coscienza persistente oltre la morte.

Secondo Allix, il suo studio ha dimostrato che la coscienza potrebbe non scomparire con la cessazione delle funzioni cerebrali, ma potrebbe continuare a esistere in uno stato più profondo e misterioso. Questa conclusione non si basa solo su teorie, ma su osservazioni concrete e studi scientifici che suggeriscono che la coscienza possa continuare anche quando il cervello non funziona più.

Stéphane Allix
La morte non esiste, la nostra coscienza è immortale: le prove nell’inchiesta di Stéphane Allix (foto dal web) – Blitz quotidiano

La morte del fratello

La ricerca del giornalista è iniziata con un trauma profondo: la morte del fratello in un incidente stradale in Afghanistan nel 2001, quando Allix aveva 32 anni. Questo evento tragico lo ha spinto a cercare risposte anche nel mondo degli spiriti. Ha intrapreso quattro viaggi in Amazzonia, trascorrendo giorni e notti in trance in una grotta sotto la guida di uno sciamano, assumendo l’ayahuasca, una pozione psicoattiva.

Durante una di queste cerimonie, Allix afferma di aver visto per la prima volta suo fratello, due anni dopo la sua morte. Inizialmente scettico riguardo all’esperienza, ha trovato conferma il giorno seguente quando una testimone, Natacha, gli ha raccontato di aver visto la stessa visione, descrivendo il fratello esattamente come lo aveva visto lui. Questo evento ha contribuito alla sua convinzione che fosse possibile percepire persone decedute anche dopo lungo tempo.

Le esperienze di pre-morte

Il fulcro delle ricerche di Allix è rappresentato dalle esperienze di pre-morte, ovvero quei fenomeni vissuti da persone che sono state clinicamente morte per un breve periodo e poi sono state rianimate. Molti di questi individui riferiscono di aver avuto esperienze straordinarie, come l’osservazione della scena dall’alto del loro corpo, una sensazione di benessere estremo, e l’incontro con figure spirituali o defunti. Queste testimonianze sembrano suggerire una continuità della coscienza oltre la morte clinica.

Allix sottolinea che numerosi studi su pazienti che hanno subito arresti cardiaci confermano che, anche quando il cervello cessava quasi completamente di funzionare, i soggetti mantenevano uno stato di coscienza vivido. Questo fenomeno è stato documentato attraverso resoconti dettagliati di persone che ricordano chiaramente le loro esperienze durante il periodo in cui il loro cervello era inattivo. Per Allix, queste evidenze supportano l’ipotesi che la coscienza possa continuare a esistere anche dopo la morte fisica.

 

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