Via libera a Livorno al certificato per coppie di fatto, omosessuali compresi

LIVORNO – Via libera dal consiglio comunale di Livorno al ‘certificato anagrafico di famiglia’ che potrà essere richiesto anche da coppie gay e lesbiche. Questa nuova istituzione darà possibilità di rappresentanza a tutti i rapporti basati ”sul rispetto della persona, sull’amore reciproco, sulla comunione di intenti, la creazione di una famiglia”, come recita testualmente la mozione approvata oggi e presentata dal consigliere Arianna Terreni (Pd). Il voto ha peraltro vissuto un piccolo giallo sulle procedure, poiché gran parte dei consiglieri di centrodestra non hanno votato, ma alla fine il documento è stato ritenuto approvato con 18 voti favorevoli, un astenuto (Pd) e 2 contrari (Pdl). Esulta l’Arcigay di Livorno.

”Quella di oggi – dice il presidente Calogero Cavataio – è una conquista nella battaglia per i diritti civili e umani di prima generazione, quelli che storicamente si sono affermati per primi e che sanciscono le libertà individuali. Non e’ un matrimonio di serie B, ma qualcosa di diverso. Non toglie diritti a chi gia’ li ha ma li conferisce a chi oggi è penalizzato dal deficit legislativo presente nel nostro ordinamento giuridico”. Nel testo della mozione approvata, tra le premesse, si legge tra l’altro che ”la nostra è un’amministrazione democratica che governa una citta’ dalle tradizioni culturali e storiche quali accoglienza, libertà, apertura alle diverse forme di civilta”’ e che ”gli ostacoli di natura burocratico-amministrativa, che impediscono le forme di unione non codificate, ma esistenti di fatto, nella realta’, per libera scelta dei cittadini, devono essere eliminati per il rispetto della pari dignita’ di tutti gli individui”.

Oltre alla realizzazione del certificato la delibera chiede anche di ”istruire l’ufficio anagrafe affinché rilasci ai componenti delle famiglie anagrafiche che ne facciano richiesta l’attestazione di famiglia anagrafica basata su vincoli di matrimonio o parentela o affinita’ o adozioni o tutela o vincoli affettivi”. Da ultimo la richiesta al governo di dedicare al settore delle unioni di fatto un settore del prossimo censimento nazionale.

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