L'orologio della terra va resettato: lancette in avanti di migliaia di anni

ROMA – L'orologio della Terra va resettato e le lancette vanno spostate in avanti di diverse centinaia di migliaia di anni. Nuovi dati geologici dimostrano infatti che alcuni eventi nella storia del pianeta sono piu' recenti di quanto ritenuto finora.

Secondo lo studio pubblicato sull'ultimo numero di Science, realizzato da ricercatori del British Geological Survey e del Massachusetts Institute of Technology, le lancette sono da spostare in avanti di circa 700.000 anni.

''E' come aver usato sempre un orologio senza sapere che andasse troppo veloce – ha spiegato Gianfranco Di Vincenzo, ricercatore all'Istituto di Geoscienze e Georisorse del Centro Nazionale delle Ricercha (Cnr) -, si tratta in realta' di uno spostamento piccolo, 700.000 su 4.5 miliardi di anni, ma ha comunque implicazioni importanti in quanto si sposta l'intero sistema di riferimento''.

La ricerca obbliga infatti a rivedere la datazione stimata finora della formazione di rocce e minerali, 'ringiovanendole', e le piu' antiche lo sarebbero di poco meno di un milione di anni. Come ha spiegato Di Vincenzo, ''il rapporto tra gli isotopi di Uranio e' il metodo piu' noto per stabilire la datazione di campioni molto antichi''.

Nel momento della loro formazione, le rocce e i minerali inglobano al loro interno tracce di molti elementi tra cui atomi di Uranio, nelle varie 'versioni, gli isotopi U-238 e U-235. Nel corso del tempo, si parla di milioni di anni, questi decadono, si 'trasformano', in Piombo, e per datare un campione i ricercatori valutano la quantita' relativa dei differenti isotopi.

Il nuovo studio ha pero' rimesso in discussione da una parte la precisione di queste misure e dall'altra avrebbe verificato che questi rapporti tra isotopi possono essere influenzati da alcuni fattori.

Una correzione di questo tipo obbliga a rivedere l'intera storia geologica della Terra spostandone avanti nel tempo i riferimenti piu' antichi di circa 700.000 anni e una migliore comprensione sulle eta' di formazione di rocce e minerali.

''L'impatto va ancora valutato ma si tratta certamente di uno studio serio, – ha proseguito ancora Di Vincenzo, – e nonostante si tratti di numeri piccoli puo' avere comunque conseguenze importanti''.

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