ROMA – Camorra, ‘ndrangheta e persino gli eredi della banda della Magliana: nella capitale c’è spazio un po’ per tutti. Evitando pericolose “sovrapposizioni”. La città, infatti, spiega il sindacato di polizia Silp-Cgil, è divisa in zone di influenza e, tra un Municipio e l’altro più o meno mezza città sembra controllata dalle cosche.
Nel dettaglio, secondo il sindacato, i clan operano in sei municipi su venti. Il V, per esempio, è zona della ‘ndrina Sergi-Marando (‘ndrangheta) mentre il Municipio VIII è zona per la criminalità locale. Se la dividono tre clan, i Lerinò alla Borghesiana e gli Alvaro e i Casamonica tra Tor Bella Monaca e Romanina.
I Casamonica, secondo il sindacato, hanno affari anche nel X Municipio, quello di Appio, Tuscolano e Anagnina. La zona di confine, l’XI Municipio (Ciampino e Centocelle) è invece popolato dal clan camorristico dei Senese.
“Affollato” il XIII Municipio, ovvero Ostia. Qui, a contendersi il territorio c’è un po’ di tutto: dagli ex della banda della Magliana, passando per il clan Fasciani e quello dei Cuntrera-Capuana. Non mancano infiltrazioni di Cosa Nostra (clan Triassi) e della Camorra (clan Senese).
In fine la zona nord, quella di Flaminio, XX Municipio. Anche qui c’è l’imbarazzo della scelta anche se le ‘ndrine sono tutte collegate alla ‘ndrangheta. Quali? La Morabito, la Bruzzaniti, la Palamara, la Speranza e la Scrina.
Il quadro, insomma, non è dei migliori. E il sindacato, attraverso il segretario Mimmo Bianchini, denuncia tentativi della criminalità di infiltrarsi nell’apparato politico amministrativo. L’esempio del Silp è chiaro: “Non dimentichiamo che qualche settimana fa un collaboratore di Alemanno (Giorgio Magliocca, ndr) è stato arrestato per camorra”.
[gmap]