Mappato il genoma più grande conosciuto: è del pino taeda, 7 volte quello umano

Mappato il genoma più grande conosciuto: è del pino taeda, 7 volte quello umano
Mappato il genoma più grande conosciuto: è del pino taeda, 7 volte quello umano (Foto Ansa)

ROMA – La mappa del Dna più grande mai realizzata è pronta. Si tratta del genoma del pino taeda, una varietà di albero tipico degli Stati Uniti e molto usato nella produzione della carta. Il genoma di questo albero è 7 volte più grande di quello dell’uomo, tanto da aver richiesto un immenso lavoro di sequenziamento.

Lo studio che ha portato al genoma del pino taeda è stato condotto da un gruppo coordinato dall’università americana della California a Davis e pubblicato sulla rivista Genome Biology. La mappa del Dna di questo albero pone le basi per lo studio dell’evoluzione di questa specie e aiuterà a migliorare le varietà coltivate di questo pino, oltre che a portare un contributo importante allo studio di questi alberi come materia prima per i biocarburanti.

Il sequenziamento del genoma ha rivelato infatti quali sono i geni che permettono a queste piante di resistere ad alcune malattie. Per esempio è stato identificato il gene che rende il pino taeda resistente alla ruggine fusiforme, la malattia più dannosa per questa specie. Il risultato, sottolineano gli autori, è uno strumento prezioso per chi gestisce le foreste perché permette di selezionare alberi che si svilupperanno sani.

Mappare il Dna di questa pianta è stata un’autentica sfida, a causa della sua vastità. E’ stato possibile grazie ad una nuova tecnica, messa a punto dai ricercatori dell’università del Maryland, che ha permesso di accelerare l’assemblaggio del genoma. Il metodo assembla molti frammenti sovrapposti di sequenza in blocchi molto più grandi, poi getta via tutte le informazioni ridondanti. In questo modo si riducono di 100 volte i dati che il computer deve affrontare.

David Neale, dell’università della California, ha commentato così il lavoro svolto:

“E’ un genoma enorme. Ma la sfida non è solo raccogliere tutti i dati. Il problema è montare le sequenze genetiche in ordine. È come se migliaia di copie dello stesso libro fossero triturate e poi si cercasse di leggere la storia ricomponendo il libro, come in un gigantesco puzzle, da tutti questi pezzi”.

 

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