Bagni “condona” a Maradona 24 milioni di tasse evase: “Lo comanda il cuore”

Il Napoli scudettato 1986-87: quando Maradona e Bagni erano compagni di squadra

Maradona fa cinquanta anni. E allora? E allora gli amici pensano di organizzargli una festicciola per pochi intimi. Diciamo centomila allo stadio San Paolo di Napoli. Gaudio e tripudio assicurati e tutto sommato legittimi, Maradona e Napoli si vogliono bene e sempre se ne vorranno. Però Napoli e il San Paolo sono in Italia. E allora? Allora Maradona deve al fisco italiano 24 milioni di tasse non pagate, milioni mica bruscolini. Che Maradona venga in Italia gratis e senza pagare dazio non è per nulla legittimo, anzi è francamente illegale, anzi pure alquanto immorale. E fin qui la storia è nota. La novità è la “cultura” dell’amico e sponsor della festa per Maradona, quel Salvatore Bagni che spesso si vede e si sente in tv. Prima ha detto che questa storia dell’evasione fiscale è una bazzecola, Totò avrebbe detto “pinzillacchere”. Ecco il Bagni-pensiero: “L’altra volta sequestrarono a Maradona orologio ed orecchino, vuol dire che questa volta verrà senza”.

Alla Agenzia delle Entrate giustamente è saltata la mosca al naso, come nel caso in specie dovrebbe saltare a tutti gli italiani, napoletani compresi, almeno quelli che le tasse le pagano. Un comunicato ufficiale ha fatto sapere a Bagni che ha perso una buona occasione per tacere e che comunque pensarla e dirla così sulle tasse è incivile. Sconsolato Bagni ha replicato: “Purtroppo si parla più di soldi che di cuore”. Seconda consecutiva occasione persa da Bagni per tacere. Anzi no, dichiarazione chiarificatrice quella di Bagni: nel suo mondo il “cuore” ce lo mette lui, i “soldi” gli altri, cioè noi.

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