X

Milano, il candidato Pdl intercettato con un ‘boss’: “Speriamo muoia come un cane”

di luiss_smorgana |5 Maggio 2011 9:03

MILANO – ”Speriamo che muoia come un cane”. Così, secondo quanto risulta da un’intercettazione depositata agli atti di un’inchiesta della Dda di Milano sulla ‘ndrangheta, il candidato del Pdl alle prossime elezioni comunali milanesi, Marco Clemente, si sarebbe riferito, parlando con un boss poi arrestato, al titolare di un locale notturno milanese ‘vittima’, stando alle indagini, delle estorsioni della cosca di Pepè Flachi.

Clemente non risulta comunque indagato. E’ il 17 febbraio del 2008 e Clemente viene intercettato con una ‘ambientale’ nel locale Babylon a Milano, verso le tre di notte, mentre parla con Giuseppe Amato, arrestato per associazione mafiosa, e ritenuto il ‘luogotenente’ del boss Flachi per la riscossione del ‘pizzo’ nei locali di Milano.

La conversazione emerge dall’ordinanza firmata dal gip di Milano Giuseppe Gennari che lo scorso marzo ha portato a 35 arresti, su richiesta del procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dei pm Alessandra Dolci, Paolo Storari e Galileo Proietto. Nella trascrizione integrale della conversazione, depositata agli atti del procedimento, si legge che Amato, il quale pretendeva ”sistematicamente – scrive il gip – denaro dagli organizzatori delle serate a tema e degli after hour”, fa riferimento ad altri due gestori di un locale, che non stanno pagando.

”Due settimane e non fanno piu’ after, la prossima volta che si permettono. che fanno gli spacco tutto; e non fanno più after”. E poi aggiunge: ”Bartolo, va bene..”, riferendosi, secondo gli inquirenti, a Bartolo Quattrocchi della discoteca Pulp, pesantemente minacciato dal clan. ”Speriamo che muoia come un cane”, risponde Clemente.

Scelti per te