Marijuana? No, lievito per ottenere il principio attivo

Marijuana? No, lievito per ottenere il principio attivo
Marijuana? No, lievito per ottenere il principio attivo

ROMA – Ottenere il Thc, il principio attivo della marijuana, ma dal lievito. Questo l’obiettivo di un gruppo di ricercatore che punta a produrre il principio attivo utilizzando appunto dei lieviti geneticamente modificati. Le applicazioni di questa sostanza, che fanno della marijuana la “Ferrari del mondo vegetale”, non servono solo a scopi “ricreativi”, ma possono aiutare nel trattamento dei sintomi dell’Hiv e alleviare gli effetti della chemioterapia.

Kevin Chen, ricercatore della società americana Hyasynth Bio, ha spiegato al New York Times che questa ricerca potrebbe cambiare l vita di milioni di persone. Gli ingegneri della Hyasynth Bio non sono gli unici ad aver tentato l’impresa: un recente studio dell’università di Dortmund, in Germania, pubblicato sulla rivista Biotechnology Letters ha indagato quali sono i geni della marijuana associati alla produzione di Thc e successivamente li ha impiantati nel lievito, che crescendo ha espulso proprio il principio attivo della cannabis.

L’obiettivo dei ricercatori ora è quello di trovare un materiale, come lo zucchero, che permetta l’estrazione di Thc con un metodo che sia meno costoso, più facile da gestire e competitivo a livello commerciale.  La creazione di questo metodo però non vuole rimpiazzare la coltivazione delle piante di marijuana, spiega al New York Times Jonathan Page, professore associato della University of British Columbia del Canada:

“Al momento abbiamo una pianta che è essenzialmente la Ferrari del mondo vegetale, quando si tratta di ottenere il principio chimico. La cannabis resta dura da battere”.

L’idea dunque è quella di offrire un’alternativa a paesi dove la coltivazione di marijuana è proibita, come ad esempio l’Europa, per ottenere il principio attivo che può essere impiegato nella produzione di farmaci. L’ottenimento di Thc dal lievito, oltre ad essere legale, offrirebbe poi la possibilità di testare in modo più efficiente le proprietà medicinali di altri principi attivi della pianta, altrimenti negate proprio dalle questioni di legalità e di costi della sua produzione.

 

 

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