ROMA – Una tempesta di sabbia sul Marte possono durare anche un mese e interessare l’intero pianeta. Se la maggior parte delle tempeste di sabbia, proprio come quelle sulla Terra, sono localizzate e durano al massimo un paio di giorni, esistono sul pianeta rosso tempeste in grado di durare anche tre settimane. Solo un paio sono state osservate su Marte dai ricercatori della Nasa ma delle foto spettacolari sono state scattate dalla sonda Mars Reconnaissance Orbiter, che ha rivelato l’esistenza di tre tipi di grandi tempeste di sabbia che si verificano in sequenza, una dopo l’altra, e ogni anno nell’emisfero sud del pianeta durante la primavera e l’estate marziana.
La Nasa ha concentrato la sua attenzione proprio su queste tempeste di sabbia, tenendo conto che un anno marziano vale due anni terrestri, e il ricercatore del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, David Kass, ha spiegato che il loro lavoro si è concentrato sull’osservazione della temperatura dell’atmosfera si sono concentrati sulla capacità della polvere di assorbire le radiazioni solari, che si riscalda molto più dell’aria pulita. In alcuni casi, spiegano dalla Nasa, la differenza di temperatura raggiungeva anche i 35 gradi. Il calore che le nubi di sabbia raggiungono è in grado di influenzare la distribuzione globale del vento su Marte, producendo così dei vortici di aria e sabbia che riescono a sopravvivere anche a lungo sul pianeta rosso.
La Nasa lavora ormai allo studio dell’atmosfera e del clima di Marte dal 1997 e da allora i ricercatori hanno scoperto che la maggior parte delle tempeste osservate sono localizzate e molto piccole, tanto che si dissipano in appena qualche giorno. Alcune invece continuano ad alimentarsi arrivando a diventare un fenomeno regionale, in grado di investire un terzo del pianeta e durare anche più di 3 settimane. Le tempeste si originano nell’emisfero nord del pianeta rosso e alcune di queste riescono a passare all’emisfero sud, dove le condizioni di temperatura sono diverse e diventano gigantesche, spiega Kass:
“Se le tempeste attraversano l’emisfero sud del pianeta rosso, dove il clima è quello della primavera, acquistano calore dall’atmosfera ed esplodono in tempeste molto più grandi”.
Si tratta in questo caso di tempeste classificate dagli scienziati della Nasa come di Tipo A, cioè tempeste che si muovono dal nord al sud del pianeta acquistando calore ed energia fino ad aumentare la violenza dei venti e la loro durata. Ci sono poi le tempeste di Tipo B, che rimangono confinate al polo sud del pianeta e sono generate da venti più deboli localizzati, che possono a loro volta evolvere in tempeste di Tipo C, che nascono nell’emisfero nord del pianeta durante l’inverno e che si sposta verso il sud, ma la cui durata e il cui picco di temperatura più essere maggiore rispetto agli altri due tipi fino ad oggi identificati dagli scienziati. Questo rappresenta un piccolo, grande passo nello studio dell’atmosfera marziana, come spiega Kass:
“Quando ci siamo concentrati sulle temperature delle strutture, piuttosto che sulla polvere visibile, abbiamo finalmente visto uno schema nelle tempeste di sabbia. Riconoscere un modello di ricorrenza nelle tempeste di sabbia è un passo avanti nella comprensione delle proprietà atmosferiche di Marte. Abbiamo ancora molto da imparare, ma questo per noi rappresenta un ottimo inizio”.
(Credit Photo: Nasa/Jpl/Mro)