Marte torna al centro dell’attenzione, stavolta con un coinvolgimento diretto di Elon Musk. Una misteriosa struttura quadrata sulla superficie del Pianeta Rosso, ripresa nel 2001 dalla Mars Orbiter Camera a bordo della sonda Mars Global Surveyor della NASA, ha riacceso il dibattito sulla possibilità di vita extraterrestre. L’immagine, riproposta recentemente sulla piattaforma X, ha ricevuto il commento di Musk, che ha rilanciato l’idea di una missione umana su Marte per indagare la natura di questa particolare formazione.
L’obiettivo di Musk: Marte prima della Luna
Elon Musk ha sempre considerato Marte una meta accessibile nel breve termine per l’esplorazione umana, nonostante la NASA abbia attualmente come priorità il ritorno sulla Luna con il programma Artemis. Starship, il razzo sviluppato da SpaceX, sarà fondamentale per questa missione. Tuttavia, Musk ha criticato il programma Artemis definendolo “inefficiente” e sostenendo che sia più orientato alla creazione di posti di lavoro che al raggiungimento di risultati concreti. Secondo la sua visione, puntare direttamente su Marte sarebbe la scelta più efficace per il futuro dell’umanità.
L’enigma della struttura quadrata
L’immagine della presunta struttura quadrata è stata pubblicata su Reddit (dopo essere stata ritoccata per migliorarne la definizione) e rilanciata da Joe Rogan, noto podcaster. Secondo alcune teorie, la formazione misurerebbe circa 235 metri per lato e avrebbe una pendenza di 51,5 gradi, numeri che ricordano quelli della Grande Piramide di Giza in Egitto. Queste caratteristiche hanno alimentato speculazioni su un possibile intervento non naturale nella sua origine.
La risposta della scienza: pareidolia o realtà?
Gli esperti, però, hanno rapidamente ridimensionato l’entusiasmo, spiegando che si tratta probabilmente di un classico caso di pareidolia, ovvero la tendenza del cervello umano a riconoscere forme familiari in elementi casuali. Secondo i geologi planetari, la formazione potrebbe essere il risultato di processi geologici simili a quelli che hanno creato strutture rocciose squadrate sulla Terra, come in Tasmania.
Questa spiegazione segue un lungo filone di interpretazioni scientifiche che minimizzano le anomalie visive su Marte. Già nel 1976, la famosa “Faccia di Marte” fotografata dall’orbiter Viking 1 si rivelò essere un gioco di luci e ombre. Nel 2015, una presunta “piramide” scoperta dal rover Curiosity fu attribuita a una semplice roccia vulcanica appuntita. Più recentemente, nel 2023, una formazione rocciosa fotografata dal rover Perseverance è stata paragonata a un volto umano, per poi essere classificata come un’illusione ottica.