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Milano: i rom entrano nelle “case della discordia”. In tribunale il ricorso della Moratti

di Emiliano Condò |13 Gennaio 2011 17:11

Alcune famiglie nomadi del grande campo milanese di via Triboniano sono gia’ entrate negli alloggi di edilizia popolare, dopo la decisione del tribunale civile di Milano che il 20 dicembre scorso aveva stabilito l’obbligo da parte del Comune di Milano di assegnare le case popolari ai Rom, in adempimento di accordi già presi a cui era seguita poi una ‘marcia indietro’.

In particolare, due delle dieci famiglie di Rom che hanno ‘vinto’ la causa civile in primo grado contro il sindaco di Milano Letizia Moratti, il ministro dell’Interno Roberto Maroni e il prefetto del capoluogo lombardo, sono giàentrate nelle case popolari, mentre altre due famiglie entreranno nel fine settimana e altre due ancora entro fine mese.

Intanto oggi davanti al collegio (Miccichè Bernardini, Dorigo) del tribunale civile di Milano si è svolta l’udienza scaturita dal reclamo del Comune di Milano e dell’Avvocatura dello Stato contro la decisione del 20 dicembre scorso.

Il giudice Roberto Bichi, il 20dicembre scorso, aveva riconosciuto il diritto alle 10 famiglie rom di entrare, entro il 12 gennaio, nelle case popolari sulla base di una convenzione del maggio scorso stipulata tra la Prefettura, il Comune e alcune onlus, tra cui la Casa della Carità, con la quale era stato varato un piano di aiuto per l’inserimento abitativo dei rom. Tutto il progetto, però, si era bloccato nel settembre scorso, anche a seguito di dichiarazioni politiche, tra cui quelle del ministro Maroni rilasciate in una conferenza stampa il 27 settembre scorso.

Due famiglie – hanno spiegato oggi alcuni operatori della Casa della Carità – sono già entrate nei giorni scorsi mentre altre quattro entreranno nei prossimi. Ne restano fuori ancora quattro e poi resta aperta la questione di altri 15 alloggi previsti nel piano (le famiglie destinatarie pero’ non hanno partecipato alla causa civile). Oggi gli avvocati del Comune hanno sostenuto che l’ordinanza del giudice civile è ineseguibile. Secondo loro, infatti, non è l’amministrazione comunale che deve assegnare le case, che sono invece oggetto di contratti di locazione tra Aler (l’azienda che si occupa di edilizia popolare) e Casa della Carità.

Il giudice Bichi aveva però accertato anche il comportamento discriminatorio dell’amministrazione comunale e sulla base di questa decisione il procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro ha aperto poi un fascicolo penale per valutare eventuali profili di discriminazione razziale.”E’ assurdo che si parli di discriminazione – hanno spiegatogli avvocati Maria Rita Surano e Sabrina Maria Licciardo – visto che il Comune sta portando avanti progetti speciali proprio legati alle famiglie rom”.

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