ROMA – “Nelle profondità dei mari è nata la vita sulla Terra circa 4 miliardi di anni fa”. A favorire lo sviluppo dei primi organismi viventi le correnti elettriche generate nei mari dai cambi di temperature delle sorgenti idrotermali. Questa la teoria dei ricercatori del Jet Propulsion Laboratory, Jpl, e dell’Ames della Nasa che è stata pubblicata sulla rivista Astrobiology.
Gli autori della ricerca, Michael Russell e Laurie Barge, hanno spiegato che la nascita delle forme di vita più elementari sarebbe stata favorita dall’energia elettrica prodotta naturalmente dalle differenti temperature che si creano sul fondo degli oceani grazie alle sorgenti idrotermali.
Secondo gli autori della ricerca, la vita potrebbe avere avuto inizio proprio in una di queste sorgenti calde nell’epoca antichissima in cui gli oceani occupavano quasi tutto il pianeta. L’idea che i camini idrotermali possano essere stati la culla della vita risale al 1980, quando queste strutture erano state scoperte al largo del Messico.
Tuttavia mentre allora erano stati descritti come un ambiente acido, i ricercatori della Nasa vedono in essi un ambiente mite e ricco di sali, sul modello delle sorgenti scoperte nel Nord Atlantico nel 2000 e chiamate ”La città perduta”.
Per Russel a favorire la comparsa della vita sono quindi delle situazioni di ”leggero squilibrio”: i getti d’aria calda potrebbero aver determinato le condizioni chimiche per creare degli ”start” capaci di innescare le reazioni indispensabili alla comparsa della vita.
I ricercatori sono convinti che alla luce della loro ipotesi sarebbe possibile spiegare l’origine della vita anche in altri pianeti e, soprattutto, fornirebbe elementi utili per andarla a cercare.
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