Maxi blitz di carabinieri e polizia all’alba di martedì 13 luglio contro la ‘ndrangheta: oltre 300 le persone arrestate in diverse parti d’Italia per vari reati. Si tratta della più imponente operazione di questo tipo degli ultimi anni. E’ un colpo durissimo alla famigerata organizzazione criminale, che rivela, però, un pericoloso salto di qualità. La struttura mafiosa ha assunto negli ultimi anni carattere unitario, coprendo l’intera penisola.
Solo in Lombardia è lecito prevedere l’infiltrazione massiccia nella gestione della catena degli appalti e dei subappalti negli enti locali. Questa struttura, di tipo verticistico sul modello di Cosa Nostra, si articola in ramificazioni che raggiungono tutta il Paese. Ma ogni satellite deve rispondere alla casa madre in Calabria. Ogni tentativo di affrancamento di quelle che possiamo chiamare filiali, è stato soffocato nel sangue, come dimostra l’omicidio nel 2008 in Lombardia del boss Novella.
Tutta l’inchiesta si basa sulle indagini degli inquirenti: non ci sarebbero contributi da parte di pentiti. E anche questa è una novità rilevante.
Anche il tentativo di mettere le mani sugli appalti per l’Expo da parte della ‘ndranghetaè emerso dall’inchiesta coordinata dalla Dda di Milano e Reggio Calabria.
Nell’operazione sono stati impegnati 3.000 uomini dei carabinieri e della polizia di Stato. Gli arresti sono stati eseguiti in Calabria e in diverse località dell’Italia settentrionale. Le accuse vanno dall’associazione di tipo mafioso al traffico di armi e stupefacenti, dall’omicidio all’ estorsione, dall’usura ad altri gravi reati. Tra gli arrestati figura anche il direttore dell’Asl di Pavia, Carlo Antonio Chiriaco accusato di associazione mafiosa e corruzione.
Nell’inchiesta, che ha accertato infiltrazioni della ‘ndrangheta nel nord Italia, sono indagati anche l’assessore comunale di Pavia Pietro Trivi (per corruzione elettorale) e l’ex assessore provinciale milanese Antonio Oliviero (per corruzione e bancarotta). Tra gli indagati anche quattro carabinieri di Rho (Milano), uno dei quali per concorso esterno in associazione mafiosa.
Arrestato anche Pino Neri, il capo della ‘ndrangheta in Lombardia. Neri è accusato, tra l’altro anche di avere convogliato voti elettorali su indicazione di Chiriaco. Neri, ritenuto il capo assoluto della mafia calabrese in Lombardia, avrebbe indirizzato, su indicazione di Chiriaco, voti a favore del deputato del Pdl Giancarlo Abelli, che risulta però estraneo ai fatti e non è indagato.
Gli inquirenti calabresi e lombardi, al lavoro da tempo su questa inchiesta, hanno indagato in particolare sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel nord Italia, sia nelle attività produttive e commerciali, sia nel mondo politico e amministrativo locale. Oltre agli arresti, il blitz delle forze dell’ordine avrebbe portato anche al sequestro di denaro, armi e droga. Secondo gli investigatori, sono stati sottoposti a sequestro preventivo ”beni mobili e immobili per decine di milioni di euro”.
L’operazione, riferiscono gli investigatori, scaturisce da ”complesse indagini coordinate dalle procure distrettuali antimafia di Milano e Reggio Calabria”: indagini che ”hanno consentito di documentare la gestione delle attività illecite in Calabria e le infiltrazioni della ‘ndrangheta nel nord Italia, dove stava estendendo i propri interessi illeciti in diversi settori economici”.
Secondo gli inquirenti, la principale novità che emerge dalle indagini sta nel fatto che la ‘ndrangheta ha ormai una struttura verticistica e tutti gli affiliati, sia che operino in altre regioni, sia che si trovino all’estero, dipendono gerarchicamente dalle cosche della provincia di Reggio Calabria. La ‘ndrangheta, dunque, non ha piu una struttura familistica, ma si e’ organizzata sul modello di Cosa nostra siciliana. Centoventi arresti sono stati disposti dalla magistratura reggina e gli altri da quella milanese.
Maroni: “Colpo al cuore delle cosche” Soddisfatto per il blitz il ministro dell’Interno Roberto Maroni: ”Si tratta in assoluto della piu’ importante operazione contro la ‘ndrangheta degli ultimi anni, che oggi viene colpita al cuore del suo sistema criminale sia sotto l’aspetto organizzativo che quello patrimoniale”. Maroni si è congratulato con il capo della Polizia, Antonio Manganelli, e con il comandante generale dell’Arma, Leonardo Gallitelli, ”per l’eccezionale operazione antimafia condotta oggi in varie regioni d’Italia”. ”Gli eccellenti risultati conseguiti in questi ultimi mesi contro la mafia – prosegue Maroni – sono il frutto di una costante ed efficace opera di coordinamento tra le Forze di polizia e la magistratura, tutte impegnate in modo straordinario nell’azione di contrasto alla criminalita’ organizzata”.