“Neuroni Facebook”: le cellule del cervello si comportano come utenti del famoso social network

di Veronica Nicosia
Pubblicato il 17 Gennaio 2011 - 10:52| Aggiornato il 1 Agosto 2011 OLTRE 6 MESI FA

Spiegare come i neuroni interagiscano tra di loro e svolgano il proprio compito nel cervello non è mai stato così facile: le cellule cerebrale si comportano come gli utenti del popolare social network facebook. Sulla rivista Neuron un team di biologi americani della Canergie Mellon University guifìdati dalla dottoressa Alison barth ha annunciato la scoperta dei ‘neuroni facebook’.

Lo studio ha osservato per la prima volta nella storia della scienza il comportamento dei singoli neuroni – fino ad oggi era possibile osservare solo la reazione di intere zone del cervello – evidenziando che tali cellule si comportano come un utente facebook e si dividono tra ‘dormienti’ ed in ‘connessi’ a seconda del loro numero di ‘amici’, cioè del loro numero di connessioni.

“Su Facebook generalmente la maggior parte dei tuoi amici non è molto attiva, spesso non lo è affatto. Ma c’è una piccola percentuale dei tuoi amici che aggiorna il proprio status e la propria pagina molto spesso. È probabile che queste persone abbiano anche molti amici, quindi nel momento in cui condividono molte informazioni, ricevono anche una grande quantità di notifiche dalla loro vasta rete di amici, che include altri utenti più attivi della media”, ha spiegato la Barth.

Riuscire ad individuare il comportamento del singolo neurone nella neocorteccia non è stato facile, poiché fino a poco tempo fa lo studio era limitato a zone di tale regione, e mai a singole cellule. Così Barth e colleghi hanno creato ad hoc un “fosGFP” mouse”, un topo geneticamente modificato il cui dna è stato contaminato con quello di una medusa dell’oceano Pacifico.

L’effetto? La proteina estratta dalla medusa, nota come proteina fluorescente, sottoposta a determinati stimoli emette una luce verde. Questo ha permesso agli scienziati di marcare il gene fos dei topi, in modo tale che sottoposta al giusto stimolo la cellula diviene verde fluorescente per alcune ore, permettendone così l’osservazione.

Osservando la reazione dei topi alla scoperta dell’ambiente circostante attraverso i baffi, organo di senso molto delicato nei roditori, è stato possibile osservare i meccanismi di azione dei singoli neuroni, rendendosi così conto che solo il 15 per cento dei neuroni della neocorteccia si accende di verde, cioè la grande quantità di informazioni raccolte viene smistata da una rete decisamente ridotta di ‘utenti’ attivi.

Le cause di questo curioso comportamento non sono però note e il prossimo passo dello studio di Barth e colleghi sarà proprio quello di indagare i meccanismi che ne sono alla base. Quello che finora appare certo è che la divisione tra ‘attivi’ e ‘dormienti’ non dipenda dalla ‘eccitabilità’ della cellula, poiché è stato osservato che i neuroni attivi sono meno ‘eccitabili’, ma più recettivi agli stimoli esterni.

Che un popolare social network potesse descriver in modo ‘semplice’ uno dei meccanismi più complessi del cervello di certo i ricercatori non se lo aspettavano, certo è che i ‘neuroni facebook’ rappresentano una chiave di volta nella comprensione di un sistema complesso e articolato come il sistema nervoso.