ROMA, 23 SET – La velocità della luce non è più un pilastro indiscutibile della fisica contemporanea: lo dicono i tantissimi dati presentati oggi al Cern di Ginevra, tanto precisi, minuziosi e dettagliati da superare praticamente indenni il primo esame severo della comunità scientifica.
I dati della collaborazione internazionale Opera indicano senza equivoci che i neutrini sono più veloci della luce di circa 60 nanosecondi. Il risultato è ottenuto dall'esperimento Cngs (Cern Neutrino to Gran Sasso), nel quale un fascio di neutrini viene lanciato dal Cern verso i Laboratori del Gran Sasso dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).
I ricercatori, coordinati da Antonio Ereditato, hanno analizzato oltre 15.000 neutrini tra quelli che, una volta prodotti dall'acceleratore del Cern Super Proton Synchrotron, percorrono i 730 chilometri che separano il Cern dal Gran Sasso.
I dati presentati oggi dimostrano che impiegano 2,4 millisecondi per coprire la distanza, con un anticipo di 60 miliardesimi di secondo rispetto alla velocità attesa.
I dati, presentati da Dario Autiero, sono stati raccolti negli ultimi tre anni, durante i quali sono stati misurati e rimisurati più volte con l'aiuto di Gps e orologi atomici. Alla calibrazione ha contribuito perfino il tremendo terremoto de L'Aquila del 6 aprile 2009, che ha lasciato una linea spezzata, rompendo la continuità dei dati.
Il risultato, completamente inaspettato, è che i neutrini battono di circa 20 parti per milione i 300.000 chilometri al secondo ai quali viaggia la luce.
''Gli strumenti che abbiamo utilizzato non era stati progettati a questo scopo'', ha detto Ereditato. ''Il nostro obiettivo era studiare l'oscillazione del neutrino, ma per scrupolo abbiamo deciso di fare anche delle misure accessorie'', ha aggiunto. ''Adesso la speranza è che altri esperimenti indipendenti riescano a confermare o meno la scoperta''.
I test di conferma sono già pronti negli Stati Uniti e in Giappone, ha detto il direttore scientifico del Cern, Sergio Bertolucci. Ci vorrà un anno per confermare o meno i risultati.
Se quello che ha osservato nei neutrini che viaggiano tra il Cern e il Gran Sasso risulterà vero, le conseguenze potrebbero essere enormi: ''cambierebbero il nostro modo di vedere l'universo'', ha detto il presidente dell'Infn, Roberto Petronzio. Ad esempio, potrebbe esistere una nuova costante dell'universo.
La percezione, ha osservato, è che ''si possa cominciare a ragionare su una nuova scala e che si entri in un territorio sconosciuto della fisica, nel quale si potrebbero incontrare, per esempio nuove dimensioni o addirittura una nuova costante fondamentale dell'universo''.
La fisica potrebbe essere travolta da una rivoluzione, ma tanto i fisici quanto i filosofi della scienza sono convinti che ''Einstein non morirà''. Ne sono convinti Petronzio, così come Bertolucci e lo stesso Ereditato. Per il filosofo Giulio Giorello, dell'università di Milano, ''è ancora presto per dire che si è superato Eistein allo stesso modo in cui lui superò le teorie di Newton. Prima, per esempio, bisognerà trovare una teoria che spieghi quello che si è osservato''. Di certo, ha aggiunto, il superamento della velocità della luce ''rappresenta una violazione della relatività ristretta pubblicata da Einstein nel 1905, e ciò vuol dire che dobbiamo rivedere alcune idee fondamentali'', serve insomma ''un ripensamento profondo''.