PALERMO-Nella notte hanno bruciato un’auto dei vigili urbani e su un muro è comparsa la scritta: “Pagherete tutto”. Abbozzo di vendetta violenta e disperata. Ma vendetta per cosa? Esiste o no a Palermo la “Squadretta”, la “Banda dei tre vigili”, esiste o no “Bruce Lee”, il vigile urbano aguzzino dei venditori ambulanti? Venditore ambulante era Noureddine Adnane. Marocchino, regolare, autorizzato e morto. Morto bruciato. Bruciato dopo essersi dato fuoco. Fuoco per disperata protesta. Aveva i documenti in regola come immigrato e la regolare licenza per il suo commercio ambulante. Ma la merce gli era stata sequestrata cinque volte in dieci giorni. Cinque verbali, cinque sequestri e l’ultimo per la colpa di essersi fermato più di un’ora nello stesso posto, quindi di non “ambulare” abbastanza. L’undici febbraio Noureddine era davanti al bar Basile in città, all’annuncio del sequestro si dispera e minaccia di darsi fuoco. Raccontano si sia disperato per dieci lunghi minuti, abbia per dieci minuti annunciato che si sarebbe ammazzato. Non è stato preso sul serio, non è stato fermato, si è dato fuoco davvero e “regolarmente” è morto per le ustioni sabato 19 febbraio. Il sindaco di Palermo ha detto che il Comune pagherà le spese per il trasporto della salma in Marocco. Il presidente del Senato Renato Schifani ha visitato la famiglia e ha detto che ci sarà un’inchiesta. Al Comune la famiglia ha detto: “No, grazie, tenetevi i vostri soldi”. Qualcuno ha incendiato la macchina dei vigili urbani. Rabbia dovuta e dignitosa la prima, rabbia criminale e inconsulta la seconda. Non serve un funerale a pubbliche spese, è sbagliata e pericolosa una vendetta privata. Serve una risposta a una semplice domanda: esiste a Palermo la “Squadretta”, esiste davvero “Bruce Lee” in divisa da vigile. Noureddine ha diritto a questa risposta, anche da morto, bruciato, regolare, autorizzato e marocchino.