ROMA – Novi Ligure, 10 anni dopo. ”Forse qualcuno può pensare che non voglio raccontare la mia storia a colleghi o amici perche’ voglio una vita facile, ma non è così. Ho bisogno di non essere riconosciuto. Ne ho bisogno per andare avanti, per riuscire a vivere. Non potrei sopportare di stare accanto a persone che sanno quello che ho fatto”.
Lo dice in un’intervista alla Stampa Omar Favaro, il giovane che dieci anni fa a Novi Ligure uccise insieme a Erika De Nardo la madre e il fratellino della ragazza, e che è libero da quasi un anno. ”Non voglio parlare di quello – dice riferendosi al delitto – perché la cosa l’ha organizzata tutta lei, io sono stato uno illuso. L’amavo tanto”
”Non le porto rancore per quello che è successo. Spero che esca dal carcere e che possa elaborare anche lei come ho elaborato io. Spero stia bene”. ”Non posso perdonarmi per quello che ho fatto – prosegue -. E poi non spetta a me, qualcun altro può forse perdonarmi. Ma io no”.
Omar dice di aver scritto al padre di Erika, ”implorando perdono”. ”Io non voglio essere di nuovo sbattuto sul giornale – dice -. Qui dove vivo nessuno sa chi sono. E spero continui ad essere cosi”’. ”Lo so che ho fatto una cosa tremenda – conclude -. Per questo ho bisogno di sparire nel nulla. Dimenticatemi”.