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Piemonte, il Pdl propone una legge per regolamentare le moschee

di luiss_smorgana |8 Febbraio 2011 19:53

TORINO – Il Piemonte a guida leghista vuole fare attribuire alla Regione il controllo sull’autorizzazione alla costruzione di nuove moschee. Una proposta di legge presentata dal Pdl prevede che la Regione assuma questo nuovo ruolo, finora di competenza dei Comuni, vincolando l’ approvazione a un progetto edilizio corredato dall’elenco dei finanziatori, nel rispetto di dimensioni prestabilite e secondo ”tipologie edilizie tipiche del territorio”.

Con la proposta, firmata dal consigliere Marco Botta (Pdl), approda in Consiglio regionale la polemica sollevata dal centrodestra nei confronti del progetto per l’edificazione di una nuova moschea finanziata in buona parte dal governo del Marocco a Torino. Anche se il testo di questo provvedimento è stato allargato ad abbracciare tutti ”gli edifici destinati all’esercizio del culto delle confessioni religiose che non hanno stipulato intese con lo Stato italiano”.

Il testo richiama l’articolo 117 della Costituzione, che attribuisce alle Regioni il ”governo del territorio” quale materia di potestà legislativa concorrente. Ma anche gli articoli 8,19 e 20 in materia di libertà religiosa. ”E’ ora di finirla – afferma Botta – con le polemiche pretestuose frutto dell’assenza di regole precise, che questa proposta di legge intende fornire, insieme alla corresponsabilizzazione delle comunita’ locali e dei cittadini”. Secondo la proposta, per costruire una moschea (o un edificio di un’altra confessione che non ha intese con lo Stato) occorre presentare una domanda ”corredata del progetto edilizio, del piano finanziario e dell’elenco degli eventuali finanziatori italiani o stranieri”.

La domanda deve essere sottoscritta con atto notarile da ”un numero di aderenti alla confessione o all’associazione religiosa determinato dalla Regione, sulla base della consistenza numerica della comunità religiosa”. Anche le dimensioni dell’edificio sono definite ”in rapporto al numero degli aderenti alla confessione o associazione religiosa”. Alla Regione si riconosce inoltre l’onere di redigere un piano di insediamento dei nuovi edifici di culto, che dovrà garantire ”uno sviluppo armonioso nel rispetto delle tipologie edilizie tipiche del territorio”. E Botta non esclude un coinvolgimento diretto della popolazione residente, attraverso un referendum sulla scelta di costruire nuove strutture.

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