Piombo nell’aria causa violenza collettiva e individuale: nasce mente criminale

Il piombo modifica il cervello: genetica della mente criminale, WSJ
Il piombo modifica il cervello: genetica della mente criminale (nella foto brain scan)

ROMA – Il piombo modifica il cervello: genetica della mente criminale, WSJ. Cos’è che ci spinge a delinquere? Quanto pesa l’influenza dell’ambiente? Fin dove le applicazioni delle neuroscienze ci aiutano a comprendere e prevenire e quanto di geneticamente determinato prelude a una carriera delinquenziale?

Un articolo del professor Adrian Raine pubblicato dal Wall Street Journal (Criminal mind, 1 maggio 2013), criminologo, psichiatra e psicologo all’Università di Pennsylvania fornisce un formidabile contributo di aggiornamento rispetto alle nuove acquisizioni sulle quali gravano pregiudizi ideologici trasversali, a partire dalla controversa eredità lombrosiana e dei disastri culturali della frenologia (l’ultimo suo libro si chiama “The Anatomy of Violence: the Biologial Roots of Crime“).

A destra si teme che la predeterminazione genetica in un contesto generalmente soft contro il crimine finisca per accettare che nessuno sia responsabile delle proprie azioni. A sinistra, invece, si avverte il rischio che determinazioni biologiche portino a stigmatizzazioni generalizzate e ingiustificate col supporto della genetica e la neurologia. Tutti, infine, sono piuttosto impauriti dall’erosione dei concetti di autonomia decisionale e libero arbitrio. E dall’invasività morale di certe tecniche se è vero, come dice uno studio recente, che nell’ipotalamo è scritta la data di scadenza del cervello.

Partiamo da un fatto scientificamente incontrovertibile, decisivo per un ripensamento delle scienze sociali: la neurocriminologia (dal brain-scanning alla comparazione dei dati genetici) sta rivoluzionando la comprensione di ciò che conduce a comportamenti violenti. Per dire, uno sviluppo limitato dell’amigdala è responsabile di comportamenti criminogeni per una minor capacità di controllo delle emozioni, o per l’assenza dei normali dispositivi di paura e inibizione.

Più di 100 studi sui gemelli e sui bambini adottati confermano che metà delle varianti genetiche nelle attitudini aggressive e antisociali debbano essere attribuiti ai geni. Un ambiente di indigenza può modificare la formazione del cervello dei bambini, così da indirizzare l’adulto a comportamenti violenti.

Due gemelli omozigoti, ci dicono i dati, che condividono il 100% del patrimonio genetico, sono molo più simili in termini di crimine e aggressività, di due gemelli eterozigoti, che condividono soltanto la metà dei geni. Un recente studio ha correttamente predetto quanti degli inquilini di una prigione in New Mexico avrebbero commesso un altro crimine basandosi unicamente sullo screening cerebrale dei detenuti.

L’esposizione al piombo. Non c’è solo la struttura genetica ad influenzare i comportamenti violenti. L’ambiente, in senso tecnico (aria, acqua), è un fattore rilevantissimo, talvolta, l’unica spiegazione scientifica disponibile. Prendiamo il caso della correlazione, verificata statisticamente, tra l’aumento della violenza negli Usa e i livelli di piombo nell’ambiente.

I livelli massimi di piombo vengono rilevati negli anni ’70, 20 anni dopo, si registra  il picco dell’inspiegabile incremento della criminalità, fino al 1993. Siccome il picco della violenza individuale è imputabile alla fine dell’adolescenza ( fino a 22/23 anni), si spiega il perché quel dito portato in bocca a mo’ di ciuccio dai bambini di una ventina di mesi conduca una ventina di anni dopo al crimine.

Il massimo dei livelli di piombo in un uomo si registra proprio a 21 mesi (quando il dito contaminato contagia i piccoli): il piombo altera la crescita dei giovani cervelli, per la sua neuro-tossicità che aggredisce il lobo prefrontale, sede della regolazione dei comportamenti. Quando una maggiore sensibilità ambientale ha prodotto significative misure anti-inquinanti negli anni ’70, il livello del piombo è crollato e la violenza è drasticamente diminuita vent’anni dopo, appunto a cominciare dal ’93.

 

 

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