Fece pipì in autostrada, gli tranciarono una gamba. Ora il tribunale gli dà torto

Chi si ferma in autostrada sulla corsia di emergenza per fare pipì viola il codice della strada, in quanto espletare i propri bisogni non è considerato un malore e, dunque, una situazione di estrema necessità. E’ uno dei motivi per cui il Tribunale civile di Livorno ha attribuito il 65 per cento delle responsabilità di un incidente a un uomo che, dopo essersi fermato sulla corsia di emergenza per un ”urgentissimo” bisogno fisiologico, nel risalire in macchina è stato investito da un’auto pirata e ha perso una gamba.

L’incidente, per cui l’automobilista mai rintracciato è stato ritenuto responsabile solo per il 35 per cento, avvenne nel tardo pomeriggio del 10 dicembre 2006 sul tratto di autostrada Rosignano-Livorno. Humbert Galluffo, ora 72 anni e costretto a vivere su una seggiola a rotelle, di ritorno da una vacanza trascorsa in Toscana, al volante di una Passat stava raggiungendo casa in un paese vicino a Montecarlo.

Attorno alle 18, per un ”urgentissimo bisogno” fisiologico si fermò’, mettendo le quattro frecce, sulla corsia di emergenza e, prima ancora di aprire la portiera per rientrare in macchina e riprendere il viaggio, venne travolto da un’auto. Nell’incidente l’uomo perse la gamba destra che gli venne amputata in ospedale.

Dopo di che, assistito dall’avvocato Rosario Alberghina, avviò una causa civile per chiedere il risarcimento al Fondo di Garanzia delle Vittime della Strada, non essendo mai stato trovato l’automobilista pirata. Il giudice livornese, lo scorso 22 settembre, nel suo provvedimento ha rilevato che il comportamento della vittima sia stato contrario al codice della strada in quanto il fermarsi sulla corsia d’emergenza per fare pipì non puo’ essere considerato un malessere che costringe il guidatore a interrompere immediatamente il viaggio, ”essendo certamente possibile, una volta iniziato a sentire il relativo stimolo, raggiungere la più vicina area di servizio” o in caso di estrema necessita’ fermarsi nelle molteplici ”piazzole di sosta” .

In sostanza Galluffo ha ”posto in essere un comportamento gravemente colposo, che certamente ha inciso” sul verificarsi dell’incidente. In piu’ ”la gravità del comportamento” tenuto dall’uomo e’ ”resa ancor piu’ evidente” dal fatto che, essendo per altro buio, non ha indossato il giubbotto catarifrangente e non ha prestato la dovuta attenzione accertandosi, nel risalire in auto, che non sopraggiungessero altri veicoli. Cosi’ il 72 enne, su un danno calcolato complessivamente in oltre 423 mila euro, si è  visto liquidare una somma di circa 148 mila euro. L’avvocato Alberghina ricorrera’ in appello.

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