Pirati informatici: 450 milioni di utenti “derubati” di dati e carte di credito

ROMA – Se usate la carta di credito su internet state attenti: negli ultimi anni, scrive Luca dello Iacovo sul Sole 24 Ore, sono stati sottratti dati sensibili su temi economici e personali a oltre 450 milioni di utenti.  Almeno, perché molti furti di dati non sono stati resi pubblici.

Lo schema usuale è quello che è stato adottato anche dagli hacker di Sony: sottrarre nomi, indirizzi di residenza, giorni dei compleanni. E poi inviare una rivendicazione del furto su Twitter, con la firma Lulz Security. Ma sono andati anche oltre: hanno pubblicato una parte delle informazioni sul web e chiunque può leggerle.

Da aprile i pirati informatici che hanno colpito Sony hanno rubato i dati di 101 milioni di utenti che accedevano attraverso internet a due servizi online per giocare, ascoltare musica e guardare film: Playstation Network e Qriocity.

Solitamente, scrive il Sole 24 Ore, i codici delle carte di credito sottratti vengono rivenduti online a circa 7 centesimi a pacchetto. Gli acquirenti li utilizzano per le loro spese, addebitandole ad altri utenti. I dati personali rubati diventano invece una specie di rubrica telefonica per sapere a quali indirizzi inviare una valanga di messaggi pubblicitari con email spazzatura (spam).

Un giro di affari che si aggirerebbe intorno ai mille miliardi di dollari l’anno. E ai furti di dati di carte di credito, ultimamente si sono aggiunti colpi ad alcune aziende che collaborano con le agenzie della Difesa degli Stati Uniti, come Lockheed Martin, L3 e Northrop Grumman, tanto che il Pentagono ha annunciato di considerare come “un atto di guerra”  il sabotaggio informatico contro gli Stati Uniti operato con il supporto di altri Paesi, tanto da valutare risposte con “mezzi militari tradizionali”.

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