ROMA – Così ti costruisco il “pollosauro“. Il paleontologo di “Jurassik Park” Jack Horner percorre all’indietro l’evoluzione, dal pollo al dinosauro. Gli obiettivi di Horner nella creazione del “pollosauro” sono tre: la (ri)comparsa di coda e denti e la trasformazione della ali in zampe. Tali caratteri genetici possono essere “risvegliati” attraverso la manipolazione del Dna, spiega Horner: “Lo possiamo fare perché – come rivelano molte prove – gli uccelli derivano dai dinosauri”.
Horner ha spiegato che i geni da manipolare sono “solo” 3 e che negli esperimenti hanno “già fatto crescere i denti in un pollo”, ma il vero “pollosauro”sarà pronto entro 4 anni. Agli scettici che hanno criticato le sue ricerche Horner risponde: “Ci sono critici ovunque e accanto a ogni esperimento c’è sempre qualcuno che si dichiara contrario. Ma non vedo problemi etici. Non c’è nulla di sbagliato: abbiamo già alterato altri animali e altre piante e con risultati anche più bizzarri”.
Il paleontologo spiega: “Quell’esemplare rappresenterà la prima generazione, la più semplice da ottenere. Poi ne arriverà una seconda, a partire dagli embrioni, alterando il Dna. E così avremo una serie di caratteristiche dei dinosauri più marcate”. Horner precisa comunque che l’obiettivo non è costruire un T-Rex o un Velociraptor: “Le conoscenze su queste creature estinte non cambierà molto. Piuttosto, già entro un decennio, grazie alle nostre ricerche, avremo accumulato un grande patrimonio di conoscenze genetiche che potranno rivelarsi utili in tanti settori diversi”.
Gli esperimenti di Horner alla Montana State University alternano biologia, genetica e paleontologia. Horner spiega nell’intervista a La Stampa: “Il mio scopo non è portare in vita un dinosauro specifico, semmai quello di riportare alla luce una serie di elementi primitivi che contraddistinguevano i dinosauri stessi”. Ma l’idea di un “Jurassik Park” che diventa realtà è da escludere: “Quella è fantascienza. Per sempre, purtroppo”.