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Le collisioni delle particelle trasformate da un software in musica: lo hanno realizzato al Cern di Ginevra

di Lorenzo Briotti |11 Gennaio 2011 16:57

Lhc (Large Hadron Collider) non sarà la causa della fine del mondo. Smentendo le previsioni di alcuni teorici (ma non della maggioranza dei fisici), gli scienziati hanno rivelato che non sono stati finora creati microscopici buchi neri all’interno dell’acceleratore più grande del mondo, quello del Cern di Ginevra. Il risultato è stato pubblicato a metà dicembre su arXiv.org ed è parte di una folta serie di risultati già pubblicati, resi possibili dalle performance inaspettatamente elevate raggiunte da Lhc.

La rivista Nature online ha dedicato all’argomento un articolo, ripreso anche dal sito www.infn.it/lhcitalia. Le previsioni di mini buchi neri originati nelle collisioni a energie di alcuni (TeV) sono basate su teorie che tengono conto degli effetti gravitazionali delle extradimensioni dello spazio. Dimensioni oltre alle tre accessibili alla nostra esperienza, che sarebbero confinate su scale ultramicroscopiche. Proprio cercando conferma alle teorie sulle extradimensioni, gli scienziati di Cms sono oggi in grado di affermare che a energie dell’ordine di 3,5-4,5 TeV non sono stati trovati segni di mini buchi neri nelle collisioni. ”Entro la fine del prossimo run di Lhc, dovremmo essere in grado di escludere quasi totalmente la possibilità della creazione di buchi neri”, ha affermato Guido Tonelli, responsabile internazionale di Cms.

I fisici però non si sono fermati qui: con un programma speciale creato appositamente insieme ad un gruppo di musicisti, i fisici hanno sviluppato un software che trasforma il flusso dei dati delle collisioni tra le particella del Large Hadron Collider in suono.   “L’orecchio umano è ben adattato alla rilevazione di cambiamenti molto deboli nel suono. Questo è un istinto di autoconservazione: il nuovo suono richiama sempre l’attenzione” spiega Richard Dobson, uno dei partecipanti al progetto.

Il suono cambia a seconda del tipo di particelle, della velocità e dell’energia. Gli utenti del programma, sono in grado di scegliere quale strumento utilizzare per riproporre il suono delle particelle.

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