Meravigliosi crateri a calice e a volute, raffinate kylix, gorgoni, satiri, protomi femminili: sono i capolavori contenuti nell’incredibile bottino – oltre 633 pezzi per un valore stimato di un milione di euro- recuperato in Campania dai carabinieri dei beni culturali che all’alba di ieri hanno fermato una organizzazione di tombaroli accusata di controllare il ‘saccheggio sistematico’ dei siti archeologici nella zona a nord est della regione. Denominata ‘Ro.vi.na’ l’indagine , coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, ha portato all’esecuzione di 12 ordinanze a Casal di Principe (CE), Casapesenna (CE), Castel Volturno (CE), San Cipriano d’Aversa (CE), Cesa (CE), Mondragone (CE), Maddaloni (CE), Boscoreale (NA), Acerra (NA), pompei (NA), Bacoli (NA), Taranto, Fiorenzuola d’Arda (PC) e Eraclea (VE), con arresti domiciliari per cinque persone e misure cautelari personali (divieto di dimora o obbligo di firma) per altre sette emesse dal Gip di Santa Maria Capua Vetere. L’accusa è di ”associazione per delinquere finalizzata a ricerca illecita, impossessamento e ricettazione di reperti archeologici provenienti da scavo clandestino”.
Tra i capolavori sequestrati anche una oinochoe a figure nere del VII secolo a. C., una oinochoe – ovvero un vaso simile ad una brocca che si usava per versare il vino- a figure rosse del IV secolo a. C. con un demone alato , attribuito al cosiddetto ‘Pittore di Napoli’ e due crateri a campana a figure rosse, riconducibili rispettivamente al ‘Pittore di Dinos (420-450 a. C) e al ‘Pittore di Caivano (340-330 a. C.).