La plastica è un materiale molto comune, usato quotidianamente per conservare e trasportare cibo e bevande grazie alla sua praticità. Tuttavia, recenti studi hanno dimostrato che contenitori, bustine e bottiglie di plastica possono rilasciare una varietà di sostanze chimiche potenzialmente dannose. Queste sostanze, conosciute come food contact chemicals (Fcc), possono contaminare alimenti e bevande, e alcuni degli effetti sulla salute umana sono ancora poco conosciuti. Un nuovo studio pubblicato sul Journal of Exposure Science & Environmental Epidemiology ha rivelato che oltre 3.600 sostanze chimiche provenienti dalla plastica sono state identificate all’interno di campioni biologici umani, molte delle quali sotto osservazione per la loro potenziale pericolosità.
La ricerca è stata condotta da esperti della Food Packaging Forum Foundation di Zurigo, che hanno analizzato i dati di cinque grandi programmi di biomonitoraggio condotti in varie regioni del mondo, incluso l’importante Human Biomonitoring for Europe project. Questi programmi di monitoraggio raccolgono dati relativi alle contaminazioni chimiche presenti nel corpo umano. Inoltre, i ricercatori hanno esaminato i dati di tre grandi database che catalogano i metaboliti umani.
Di queste sostanze, ben 14.000 contaminanti sono conosciuti, ma solo 3.601 sono stati trovati in almeno uno dei database analizzati. I ricercatori hanno scoperto che nessun tessuto del corpo umano è immune da queste contaminazioni: sangue, urine, latte materno, sudore, saliva, respiro, placenta, pelle e tessuto adiposo sono risultati tutti contaminati da qualche tipo di sostanza chimica proveniente dalle plastiche.
Solo 194 delle sostanze chimiche trovate nello studio erano presenti nei dati dei programmi di biomonitoraggio, il che indica che attualmente molte sostanze potenzialmente dannose non vengono adeguatamente monitorate. Questo suggerisce l’esigenza di migliorare i sistemi di sorveglianza chimica per garantire la salute pubblica.
Secondo Birgit Geueke, una delle autrici dello studio, “la nostra ricerca ha stabilito un legame tra l’esposizione alle food contact chemicals e la salute umana”. Geueke sottolinea che queste sostanze chimiche sono state sottovalutate nei precedenti studi e che esistono importanti opportunità per migliorare la prevenzione e la protezione della salute.
Dei 194 food contact chemicals monitorati nei programmi di biomonitoraggio, 80 sostanze sono considerate ad alto rischio per la salute umana, tra cui noti cancerogeni come formaldeide, cadmio, stirene e benzofenone. Alcune delle sostanze chimiche provenienti dalle plastiche possono anche avere effetti negativi sulla fertilità, mentre altre 59 sostanze non sono state sufficientemente studiate per comprenderne appieno l’impatto sulla salute.
L’importanza di questi risultati risiede nel fatto che i materiali utilizzati per il contatto alimentare potrebbero non essere del tutto sicuri, anche quando rispettano le normative attuali. Jane Muncke, coautrice dello studio, afferma che “il nostro lavoro evidenzia il fatto che i materiali a contatto con il cibo possono trasferire sostanze chimiche dannose nell’organismo dei consumatori”. Muncke spera che queste nuove evidenze spingano a migliorare sia le normative esistenti sia lo sviluppo di alternative più sicure per i materiali utilizzati nell’industria alimentare.
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