La rivolta dei precari: digiuniamo per una cattedra

Tagli drastici al personale scolastico, riduzione delle supplenze, assunzioni ridotte all’osso. La scuola sta per iniziare, la riforma Gelmini si sta per abbattere sul numero di insegnanti da assumere in via definitiva e i precari della scuola iniziano la propria rivolta arrivando anche a digiunare per ottenere una cattedra. Una protesta che parte dalla Sicilia, dove i tagli alla scuola peseranno per il 13% rispetto al totale nazionale con 3329 posti in meno, ma che risale tutta Italia, da Roma a Pisa, fino a Pordenone. Precari che il prossimo anno non avranno più lavoro e stipendio. Sono quei 150 mila senza un contratto fisso su cui si abbatterà il taglio di 25 mila 167 cattedre deciso dal ministero.

Il piano Gelmini è chiaro: entro il 2012 il taglio di 87 mila insegnanti in tutta Italia e una riduzione di 44 mila tecnici della scuola. Solo nel 2010 ci saranno dunque 42 mila 104 docenti in meno nelle nostre scuole e i supplenti che non verranno riconfermati saranno circa 20 mila. Docenti precari a vita la cui unica speranza è ora fare lo sciopero della fame e confidare che in qualche istituto si possa racimolare qualche “supplenza breve”, ovvero quelle che i presidi assegnano in caso di malattie o aspettative dei prof di ruolo.

E proprio sui prof di ruolo si apre un altro capitolo duro da digerire della riforma Gelmini. Perché, per ridurre in modo così drastico il numero di docenti, oltre a non riconfermare il contratto ai supplenti, il ministero ha ridotto all’osso le assunzioni a tempo indeterminato dei prof precari. In tutta Italia ce ne saranno solamente 10 mila per i docenti e 6 mila e 500 per agli amministrativi, i tecnici e gli ausiliari. Un numero immensamente piccolo per riempire le scuole di tutta Italia. E infatti in moltissimi istituti le assunzioni sono state azzerate. Nessuna assunzione nelle scuole primarie di Campania, Puglia, Sicilia e 27 province del centro nord. Assunzione esigue nella scuola secondaria: a Napoli solo 44 precari diventeranno di ruolo; meglio a Milano dove in 46 potranno gioire, mentre va molto peggio ai precari di Firenze (27) e Torino (25). A Roma, dove le scuole secondarie sono tantissime vista la popolosità della città, diventeranno di ruolo appena 69 insegnanti. Ma sempre meglio che a Genova e Venezia (10 assunzioni), Bologna (9), Perugia e Catania (8), Palermo (6), Cagliari (2) e Trieste che chiude tristemente l’elenco con una sola assunzione prevista per tutto il 2010.

Resta il fatto che dei soldi pubblici spesi per la scuola la quasi totalità se ne va per stipendi al personale e che, mantenendo questa caratteristica, il nostro sistema di formazione non può che peggiorare. E resta che il numero complessivo dei lavoratori della scuola è sproporzionato alla platea, quasi un milione di insegnanti.

Gestione cookie