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Rogo Thyssen, la difesa: “Dirigenti tedeschi non sapevano di carenze nella sicurezza”

di Emiliano Condò |23 Febbraio 2011 19:21

Antonio Boccuzzi

TORINO – All’amministratore delegato della Thyssenkrupp, Harald Espenhahn, imputato di omicidio volontario per la morte di sette operai nell’incendio del 2007 nello stabilimento di Torino, nessuno segnalò  l’esistenza di gravi carenze nella sicurezza durante gli ultimi mesi di attività dello stabilimento.

Lo ha affermato  durante l’arringa Ezio Audisio, l’avvocato difensore, dicendo che il motivo è da cercare, probabilmente, nel fatto che ”la situazione non era così straordinaria”. La pubblica accusa ritiene che a partire dal giugno del 2007, quando la multinazionale decise di chiudere la filiale di Torino, la sicurezza venne trascurata.

”Ma Espenhahn – ha affermato Audisio – non ha mai avuto indicazioni in questo senso”. Il legale ha spiegato che non ci furono ispezioni da parte degli organi di vigilanza e che i tre rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls) non fecero nessuna segnalazione. Tra essi c’era Antonio Boccuzzi, sopravvissuto al rogo e oggi parlamentare del Pd.

”Se avessero notato qualcosa di anomalo – ha detto Audisio – avrebbero dovuto attivarsi. Lo prevede la legge. Ma non lo hanno fatto. E questo mi porta a pensare che la situazione non fosse così straordinaria”. Audisio ha sottolineato che Espenhahn aveva affidato quasi tutte le deleghe al direttore dello stabilimento, Raffaele Salerno (anche lui imputato), e che tra i pochi compiti che gli erano rimasti figurava la valutazione del rischio: ”Fu completa, ampia e approfondita. Se negli ultimi mesi la situazione fosse cambiata, Espenhahn aveva il dovere di intervenire. Ma nessuno gliene parlò”.

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