TORINO – Sacra Sindone, mistero del volto di Gesù sul lenzuolo. Cosa dice la scienza. Cinque anni dopo la precedente ostensione, la Sindone è di nuovo visibile al pubblico, nel Duomo di Torino, dal 19 aprile al 24 giugno 2015. Sul Sacro Lino resta tuttavia il grande mistero: coincide col telo funebre che ha avvolto il cadavere di Gesù di Nazareth?
“(…) Tra i due racconti, quello della passione e morte di Gesù riferitoci dal Nuovo Testamento e i dati sindotici, non esiste incompatibilità”, spiega Pierluigi Baima Bollone, professore emerito di Medicina Legale, alla rivista Oggi.
L’esperto, che da 40 anni studia il reperto, specifica:
“C’è anche chi s’è preso la briga di mettere in relazione, attraverso il calcolo delle probabilità le caratteristiche comuni più rilevanti dei due personaggi, Gesù e l’Uomo della Sindone: la crocifissione (con chiodi, anziché la semplice legatura), le ferite “a puntini” sul cuoio capelluto, la lesione al costato destro a decesso già avvenuto, il fatto che il cadavere sia stato avvolto in un sudario (…).
Risultato? La probabilità che i vari eventi si siano verificati tutti assieme contemporaneamente su uno stesso uomo è di una su 200 miliardi. In altre parole su 200 miliardi di uomini crocifissi, ve ne può essere soltanto uno con i tratti distintivi dell’uomo della Sindone. Una corrispondenza corroborata da numerosi riscontri, in base alle indagini scientifiche sul lenzuolo, sebbene non possa ancora dirsi provata”.
Nel 1988, la scienza aveva emesso una sentenza meno suggestiva rispetto a quella di Bollone: “La Sacra Sindone è un falso“. Dopo un esame al carbonio 14, tecnica attraverso la quale si stabilisce l’età di un tessuto, è stato svelato che il Lenzuolo risalirebbe al Medioevo, con una datazione oscillante tra il 1260 e il 1390. Tale tesi è stata però messa in discussione, perché la stoffa analizzata ha subito alterazioni nel corso del tempo, che hanno necessariamente modificato la quantità di carbonio del campione, non garantendo dunque la scientificità rischiesta. Il dibattito sulla questione temporale rimane perciò aperto.
Il mistero più grande, nei confronti del quale la scienza non ha ancora saputo fornire risposta certa, è però l’immagine corporea color ocra dell’uomo, impressa sul lino. “Questo è il nodo centrale dell’enigma”, dichiara Bollone. Non sono infatti le macchie di sangue di gruppo AB presenti sul tessuto, appartenenti certamente a un uomo defunto in seguito a torture subite, a destare scalpore, quanto la riproduzione sul lino della silhoutte dell’uomo nella sua interezza. Quell’immagine anatomica sarebbe dovuta a un altro procedimento. Per il medico legale si tratta di “un imprecisato fenomeno chimico-fisico che non implica un contatto diretto col tessuto”; ciò avrebbe determinato l’alterazione delle fibrille del telo in maniera superficiale.
“(…) Non sappiamo ancora attraverso quale meccanismo le membra di quell’uomo siano rimaste stampate sul telo funerario. Di certo non è stata colpa del calore. (…) Navighiamo nel mare delle grandi ipotesi“.
Tra queste ipotesi c’è quella di alcuni studiosi che ipotizzano come l’immagine si sia riprodotta sul tessuto a causa delle esalazioni corporee, che interagendo con la miscela di mirra e aloe utilizzata nella sepoltura, avrebbero provocato l’impressione della misteriosa immagine, che non sarebbe stata neanche dipinta da una mano umana.
Anche a fronte dell’inspiegabilità del fenomeno, quell’immagine di uomo così simile all’iconografia classica di Cristo continua a sconvolgere e allo stesso tempo affascinare tanto gli scienziati quanto i fedeli. Il suo volto barbuto e i rivoli di sangue sulla fronte, hanno portato a considerarla un “grande mistero della fede”.
“Questo Volto ha gli occhi chiusi, è il volto di un defunto, eppure misteriosamente ci guarda, e nel silenzio ci parla. (…) Questo Corpo torturato esprime una sovranità maestra. E’ come se lasciasse trasparire un’energia contenuta ma potente, è come se dicesse: abbi fiducia, non perdere la speranza”, ha detto Papa Francesco nel 2013.