Occhio al sale nel cibo: è più dannoso di fumo e grasso

Pubblicato il 14 Maggio 2011 - 16:49 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Gli italiani mangiano troppo salato: nove su dieci introducono ogni giorno in media 10 grammi di sale, il doppio della quantità giornaliera raccomandata. E gli effetti sono peggiori di quelli del fumo e del sovrappeso. A dirlo è la prima fotografia sui consumi di sale nel nostro Paese, presentata in anteprima durante il Congresso dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO), in corso a Firenze. Un cucchiaino da tè in meno di sale ogni giorno e si potrebbero evitare 67 mila casi di infarto all’anno, 40 mila ictus. Secondo le raccomandazioni dell’Oms (Organizzazione mondiale della Sanità) il consumo di sale quotidiano non dovrebbe superare i 5 grammi, ma gli italiani ne introducono in media il doppio: solo il 14 per cento delle donne e appena il 4 per cento degli uomini non oltrepassano tali limiti.

Delle regioni esaminate fino ad oggi, tutte hanno un consumo superiore ai 9 grammi negli uomini e a 7 grammi nelle donne adulte (35-79 anni); maglia nera al Sud: in Basilicata, Calabria e Sicilia si introducono in media 2 grammi di sale in più al giorno, rispetto alla media dei 10 grammi. Il nemico è nascosto e apparentemente innocuo ma legato a doppio filo alle malattie cardiovascolari, alle patologie neurodegenerative e ad alcuni tumori. ”Tutti i segmenti della popolazione beneficerebbero della riduzione del sale – afferma Marino Scherillo, presidente ANMCO – e questi vantaggi sarebbero addirittura superiori a quelli legati alla riduzione del fumo, dal controllo del sovrappeso e dalla riduzione dell’ipercolesterolemia, e garantirebbero un risparmio delle spese sanitarie fra i 7 e i 16 miliardi di euro all’anno”.

Lo studio Minisal-Gircsi, coordinato da Strazzullo dell’Università di Napoli Federico II in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e l’Istituto Nazionale di Ricerca sugli Alimenti e la Nutrizione (INRAN), l’Università Cattolica di Campobasso, l’Università di Foggia e Fondazione per l’ipertensione arteriosa, ha monitorato circa 3000 adulti tra i 35 e i 79 anni, aggiunge Simona Giampaoli, dirigente di ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità e coordinatore del Progetto Cuore. I risultati mostrano che gli uomini arrivano a introdurre 11 grammi di sale al giorno, mentre le donne in media ne consumano 8 grammi; non ci sono invece differenze di età, giovani adulti e anziani amano il sale tutti allo stesso modo”.

Il dato è omogeneo su tutto il territorio nazionale, con una minima differenza tra il Nord, leggermente più virtuoso, e il Sud: tutte le regioni, anche le più virtuose, mostrano un consumo medio al di sopra dei 9 e 7 grammi di sale al giorno rispettivamente negli uomini e nelle donne. Solo il 14 per cento delle donne e appena il 4 per cento degli uomini riescono a rimanere entro i limiti di consumo indicati dall’Oms. Anche in Umbria, dove storicamente si consuma pane ”sciapo”, la ricerca rivela la stessa quantità di sale: evidentemente al pane insipido si compensa con una alimentazione ricca di sale. Sull’uso del sale, secondo gli esperti, c’è in generale una scarsa informazione e una sottovalutazione dei pericoli che comporta.

Ne è un esempio l’atteggiamento degli ipertesi che, nonostante abbiano anche la diagnosi di una patologia strettamente correlata all’introito di sale, ne riducono il consumo di appena il 10%. Il ministero della Salute ha dichiarato guerra al sale già dal 2003, e nel 2009, nell’ambito del programma ‘Guadagnare salute’, è stato firmato un accordo con i panificatori per mettere in vendita panini e pagnotte a ridotto contenuto di sale. Ma un rimedio della nonna è suggerito da Coldiretti: riscoprire l’uso in cucina delle erbe aromatiche al posto del sale per insaporire il cibo aiuta a difendere la salute senza rinunciare al gusto a tavola.