Riti sessuali nella caserma di Parolisi? “Fantasie”

Pubblicato il 24 Maggio 2011 - 09:06| Aggiornato il 1 Febbraio 2019 OLTRE 6 MESI FA

ASCOLI PICENO – Riti di iniziazione sessuale nella caserma di Salvatore Parolisi? Le ipotesi sono state definite ”decisamente fantasiose”, e ”destituite di ogni fondamento” fagli investigatori del caso di Melania Rea. Nel giallo dell’omicidio della donna c’è, da settimane, anche questo retroterra di sussurri di paese e ipotesi circolate sul web.

Ma il comandante provinciale dei carabinieri di Ascoli Piceno, Alessandro Patrizio, che svolge indagini di polizia giudiziaria sul caso, smentisce che queste voci siano suffragate ”anche solo in minima parte dalle testimonianze raccolte finora nell’ambiente militare” dove Parolisi lavora.

”E guardi – ha detto all’Ansa – non perché ci sia da parte nostra, come militari, il tentativo di tutelare l’istituzione. Stiamo cercando l’assassino di una donna che è stata massacrata in modo barbaro, qualcuno che dovrà pagare le conseguenze di quel che ha fatto, chiunque sia”. ”Nella caserma ‘Clementi’ siamo entrati, per così dire, energicamente, abbiamo fatto tutti i riscontri e le domande possibili, ma dalle numerose audizioni di soldatesse e soldati raccolte finora, non è emersa neppure una sola voce che faccia pensare a uno scenario del genere”.

Per il colonnello Patrizio si indagherebbe sull’ambiente di lavoro di Salvatore Parolisi ”pure se lavorasse in un convento di uomini”, così come ”indaghiamo in tutti gli ambienti frequentati da lui e da Melania”. Il caporalmaggiore non è indagato, ma si è contraddetto su vari particolari della supposta sparizione di Melania il 18 pomeriggio dal pianoro di Colle San Marco, e ha taciuto elementi importanti, come appunto, le proprie amicizie femminili.

Non è escluso che venga risentito dai pm, anche se al momento una nuova audizione non è programmata, mentre si è in attesa che l’anatomopatologo Adriano Tagliabracci consegni la relazione definitiva sull’autopsia di Melania, e i carabinieri del Ris i referti sul centinaio di reperti esaminati (abiti, scarpe, oggetti di Melania e Salvatore, anche se all’appello mancherebbe un orologio della donna), e il Ros gli accertamenti sul traffico telefonico di vari cellulari.

La sensazione tuttavia è che la ‘prova regina’ non sia alle viste. Soprattutto, resta senza risposta l’interrogativo chiave: Melania è stata realmente a Colle San Marco, come sostiene Salvatore? Nessun testimone può dire con certezza di averla vista, quel giorno c’erano altre ‘Melanie’, donne che come lei indossavano un giubbetto scuro e dei pantaloni chiari, a confondere le idee del gestore del chiosco bar del pianoro. Se fosse stata viva, domani Melania avrebbe compiuto 29 anni: a Somma Vesuviana le amiche e la famiglia organizzeranno una fiaccolata per chiedere ”giustizia e verità”.