Samsung: il futuro dei pagamenti digitali con Samsung Pay

Milano – Da anni Samsung contribuisce alla digitalizzazione del nostro paese.

Interessante è però comprendere come questo processo evolva nel tempo.

A dare risposta a questo quesito è stato il Presidente di Samsung Electronics Italia, Carlo Barlocco, attraverso un interessante digital talks pubblicato sulla pagina LinkedIn di Samsung Electronics Italia.

Nonostante l’Italia sia rimasta indietro rispetto alla media europea “Stiamo correndo con un agenda digitale importante per colmare il gap”, assicura Barlocco, ed è l’impresa 4.0 a dare un segnale importante che muove proprio in questa direzione.

E’ lo stesso Barlocco poi a raccontare una grande novità di casa Samsung: Samsung Pay.

“Oggi siamo nell’era dei pagamenti digitali. Samsung Pay è lo strumento più sicuro, semplice e innovativo che permette con un semplice gesto della mano di selezionare la propria carta di credito e grazie a un semplice riconoscimento biometrico dell’impronta digitale o dell’iride di pagare in pochi secondi”.

I vantaggi sono chiari. La sicurezza prima fra tutti che risulta maggiore anche all’uso diretto della carta di credito che può essere rubata e della firma che può essere contraffatta. La rapidità, in secondo luogo. Infine, Samsung Pay non ha alcun costo aggiuntivo né per l’utente né per le banche: “Definiamo il nostro nuovo sistema di pagamento bank-friendly  e merchant-friendly proprio perché Samsung non chiede commissioni”.

L’importanza della sicurezza si conferma, ancora una volta, centrare per Samsung. “Non bisogna avere paura del digitale e dei pagamenti digitali solo perché non si conosce bene il meccanismo che sta dietro e che li protegge. Perché un device sia sicuro servono 3 regole: l’affidabilità del vendor che lo sviluppa, servono software come Knox in grado di criptare i dati e rendere il device inviolabile ma soprattutto serve una cultura della sicurezza digitale che fa si che non si registrino le password all’interno del telefono o non si lascino post it sulle scrivanie”, conclude Barlocco.

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