Sarah Scazzi, parla mamma Concetta: “Sabrina arrivò a casa sconvolta, come se sapesse qualcosa di terribile”

Sarah Scazzi

Ancora una volta Concetta Serrano torna a quel 26 agosto, quando scomparve sua figlia Sarah Scazzi. “Quando Sabrina arrivò a casa per dirmi che non si trovava Sarah aveva una faccia troppo sconvolta, come se sapesse qualcosa di terribile”.

La donna è stata nuovamente ascoltata dagli inquirenti: è importantissimo ora stabilire quando Sarah è uscita di casa per sparire. Sia per definire l’orario della morte (alle 14,35? O forse prima?) sia per capire quanto fosse attendibile la recente dichiarazione di un vicino di casa Misseri che ha detto di aver visto Sarah alle 13,45.

Sabrina, intanto, dal carcere torna a gridare la sua innocenza: dice attraverso Cinzia Gimelli, sua consulente, di voler dimostrare la sua estraneità rispetto alla morte della cugina.

“Si continua ad andare avanti per lettere in tv – dice Concetta Serrano al Nuovo Quotidiano di Puglia –  Prima Valentina, adesso lei. Per me non c’è niente di nuovo. In quei giorni di angoscia io mi sono fidata ciecamente di Sabrina, ho ascoltato ciò che diceva. Adesso mi sembra soltanto che si stia cercando di accollare tutta la colpa su Michele e questo non è giusto, se le cose sono andate come credono gli inquirenti”.

Sarebbe importante chiarire con certezza quando Sarah è uscita di casa, ma su questo Concetta non riesce ad essere molto precisa: “Come ho già detto agli inquirenti, io non sono molto precisa con gli orari. Ricordo però che quel giorno, mentre Sarah preparava le sue cose e poi usciva da casa, Maria la nostra badante, parlava al telefono con una sua parente in Romania. Se si riuscisse a trovare traccia di quella telefonata e dell’orario in cui è avvenuta, avremmo una certezza, eppure pare che dai tabulati non si riesca a risalire a quella chiamata”.

Concetta parla anche del caso di Yara: “Si è tentato di mettere a confronto il nostro dolore, sottolineando la compostezza della famiglia di Yara, come se il mio andare in tv fosse indice di un desiderio smodato di apparire, come se due madri che aspettano il ritorno delle proprie figlie possano essere animate da un desiderio diverso da quello di poterle riabbracciare. Io, in quei 42 giorni, cercavo di aggrapparmi a chiunque potesse aiutarmi a cercare mia figlia, anche ai giornali che comunque, quando non si è esagerato, hanno dato un aiuto prezioso”.

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